Le accuse a loro carico sono di peculato e truffa. La donna è stata condannato a un anno e sei mesi di carcere, l'uomo a un anno e nove mesi.
La vicenda risale al 2010 e al 2011. Fra le contestazioni, oltre al furto delle apparecchiature, l'aver indicato nelle schede di presenza ore di straordinario mai effettuate e turni di lavoro quando invece non erano in servizio.