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Referendum Salviamo Firenze, sbloccato il collegio

Scelti i tre nomi che dovranno pronunciarsi sull'ammissibilità dei quesiti. Il Referendum è stato promosso da varie associazioni fiorentine

Sono stati scelti i tre nomi che dovranno pronunciarsi sull'ammissibilità dei quesiti, il terzo nome del Collegio di Esperti che mancava ha ottenuto la maggioranza qualificata di 27 voti, rispetto ai 25 necessari.

I quesiti referendari sono stati depositati a Palazzo Vecchio lo scorso 26 Gennaio dopo la raccolta firme 

“Chiediamo all’amministrazione ed al Consiglio comunale di procedere velocemente sull’iter che ci porterà alla fase successiva - aveva detto Massimo Torelli, tra i promotori dell'iniziativa - che porterà al via libera per la raccolta delle 10.000 firme previste dal regolamento, da raccogliere in quattro mesi. Confidiamo che il Consiglio Comunale indichi al più presto i tre esperti che dovranno fare la prima valutazione giuridica dei quesiti". I nomi sono arrivati a metà Marzo.

Al centro dei quesiti il costo di affitti e compravendite di immobili definiti "insostenibili" e le nuove costruzioni dalla Torre di Novoli, all’ex Teatro Comunale, alla Manifattura Tabacchi che secondo i promotori sono "rivolte esclusivamente ad una popolazione con ampie disponibilità economiche", e ci sono poi gli studenti universitari che "non riescono a trovare una sistemazione dignitosa in città".

I consiglieri comunali Dmitrij Palagi e Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune e Roberto De Blasi e Lorenzo Masi - Movimento 5 Stelle hano commentato "Non è stato semplice, ma a prescindere dalle difficoltà anche il terzo nome del Collegio di Esperti ha ottenuto la maggioranza. Ringraziamo i consiglieri per aver compreso la necessità di non prendere tempo, rispetto alle centinaia di firme raccolte per la presentazione di due quesiti su cui ora dovrà arrivare un parere di ammissibilità. Auguriamo al Collegio un buon lavoro e speriamo che colgano l'urgenza di esprimersi con celerità, anche se ovviamente nella massima serenità. Il referendum non deve diventare di una parte politica e confondersi con questioni da campagna elettorale. Ci sono tante realtà che dal basso lo hanno costruito e richiesto. I vari gruppi potranno scegliere se sostenerlo o no, ma di fronte a un'istanza di partecipazione dal basso le istituzioni hanno il dovere di fornire il massimo".

Ecco i quesiti proposti