Spettacoli

Play Strindberg

Al Fabbricone di Prato la pungente opera di Dürrenmatt che prende le mosse dalla "Danza macabra" di Strindberg. Con Maria Paiato, Franco Castellano, Maurizio Donadoni, regia di Franco Però. Dal 14 al 17 dicembre.

Se tre grandi interpreti del teatro si incontrano su un ring, quello che ne esce è uno spettacolo potente, a metà tra tragico e comico, dove la chiave ironica permea talmente la scena da creare un sottile filo di divertissement sul quale gli attori si muovono con la disinvoltura di acrobati, sempre in bilico, ma sempre saldi.

E' questo il cuore della revisione di "Play Strindberg" portata a Prato da Franco Però: il talento dei tre protagonisti che basta a tutto e che fa sì che non ci si stancherebbe mai di guardarli, ben oltre le 11 riprese del match di boxe immaginato da Dürrenmatt.

Lo spazio esiguo di una casa che è anche un ring fa il resto. Confina tutto in una dimensione ristretta e la distilla, mentre il tempo, tre giorni scanditi da riprese di gong, diventa la misura del contemporaneo e dell'assoluto, capace di portare un testo scritto nel 1969 non solo all'oggi ma anche al domani.

Perché le dinamiche di coppia, le cattiverie e le crudeltà di cui due persone sono capaci dopo tanti anni di convivenza sono eterne come lo sono in scena, ma altrettanto indissolubile è il legame che crea una complicità che non si può rompere, se nemmeno scalfire.

E' così per l'immensa Maria Paiato e il grande Franco Castellano, che hanno tra di loro un sodalizio infernale da ormai 25 anni, tanto radicato in loro da essere motore di una vita fatta di cattiverie e ripicche reciproche ma, in ultima analisi, talmente indissolubile che non c'è Kurt (Maurizio Donadoni) che tenga.

– Ma come mai lo odi tanto? – Be’, siamo sposati!