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Porte aperte a Firenze per Giuseppe Conte

Il professore diventato premier potrebbe tornare in Ateneo con bacio e abbraccio accademico. I fiorentini non sono soliti ad accogliere chi è partito

Se dovesse saltare il terzo governo di Giuseppe Conte, Firenze lo aspetterebbe a braccia aperte. 

Nello stesso giorno Conte ha riscosso il plauso del mondo politico ed accademico, prima il sindaco Dario Nardella che lo ha indicato come preferito per continuare l'avventura di governo e poi il rettore Luigi Dei che lo rivorrebbe subito in cattedra all'Università di Firenze. L' aspettativa è scattata automaticamente al momento della nomina ed è destinata a rientrare con il giuramento del nuovo esecutivo. 

Quando a Roma è risuonato per la prima volta il nome di Giuseppe Conte tutti lo hanno cercato a Firenze. Le telecamere sono entrate nelle aule del Polo di scienze giuridiche a Novoli ma Conte era già a Roma, per le vie del Quirinale, dove i cronisti lo intercettarono la prima volta. 

Il professore originario di Foggia, figlio della Puglia come Aldo Moro che nacque nel Salento, ha lasciato un ottimo ricordo a Firenze dove la notizia della presidenza del Consiglio dei Ministri fu accolta con emozione dai colleghi e dagli studenti. 

Ben poche volte nella sua storia, Firenze, ha abbracciato con affetto chi è partito per poi ritornare. Nella cultura come nello sport gli esempi si sprecano, da Dante ai Medici a Roberto Baggio, tanto affetto ma con quel retrogusto amaro del senso di abbandono che porta a ritenere l'indispensabile addirittura inutile.