Cronaca

Dal controllo Covid spunta la fabbrica della droga

In cinque avevano allestito un'imponente coltivazione di marijuana in un edificio annesso a un agriturismo all'insaputa dei titolari

I carabinieri di Pontassieve hanno arrestato cinque albanesi di età compresa tra i 27 ed i 43 anni, incensurati ed irregolari in Italia, per produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Il quintetto aveva infatti messo su un'imponente produzione di marijuana in un edificio in disuso annesso a un agriturismo. 

L'operazione, secondo quanto riportato dai carabinieri, è scattata nell'ambito dei controlli serrati per l'emergenza coronavirus scattati anche sulle colline intorno a Pontassieve. I militari, si legge in una nota, hanno verificato il rispetto delle regole in modo capillare nelle strutture ricettive della zona. 

I sospetti dei carabinieri sono stati destati da un walkie talkie e da un fucile trovato in un bungalow all'interno del quale alloggiavano da alcuni giorni tre cittadini albanesi. Da qui la decisione di approfondire i controlli che hanno portato a scoprire, in un fabbricato in disuso dello stesso agriturismo, altri due albanesi senza permesso. Qui era stata allestita, all'insaputa della direzione, una serra per la coltivazione della marijuana dotata di una sessantina di lampade a vapori di sodio, di sistemi di aereazione e ventilatori. Scoperte oltre 200 piante in fase di coltura, circa mille rami in fase di essiccazione, poco più di un chilogrammo di sostanza già pronta per essere smerciata più un altro chilogrammo di residui da lavorare ulteriormente. Non mancavano le bilance e macchina per il sottovuoto. 

Sempre secondo quanto ricostruito dai carabinieri, grazie alle comunicazioni tramite walkie talkie i cinque arrestati erano riusciti a tenere nascosta la loro attività. Tutti sono stati trasferiti nel carcere di Sollicciano.