Arte

Uffizi, Pignatelli dona l’autoritratto Mitridate

Con l’occasione è stata inaugurata l’esposizione dal titolo “Migranti”, comprendente lo stesso autoritratto e altre otto opere su legno dell'artista

L'artista milanese Luca Pignatelli ha donato un suo autoritratto alla Galleria fiorentina, autoritratto che andrà ad unirsi alle altre donazioni. Inaugurata Come legni con venature lasciate a vista, le teste di Pignatelli, sono nella loro semplicità intrise di fascino e antichità.

"L’autoritratto di Pignatelli, - spiega Antonio Natali, direttore degli Uffizi - che sotto specie d’un Mitridate entra oggi nelle collezioni degli Uffizi in virtù d’un dono dell’artista, si fa lirico emblema, con la sua felice commistione d’antico e moderno, d’uno degli assunti ideologici sottesi al sogno che Francesco I concretò nella Galleria e alle scelte museografiche di chi nel tempo n’ha ereditato la cura: la convivenza di stagioni fra loro distanti. Antico e moderno coesistono nelle collezioni e, anzi, fra loro gareggiano. La storia non conosce diaframmi; e l’arte non fa eccezione”.

Nell'occasione è stata anche inauguarata la mostra "Migranti" di Luca Pignatelli che include anche l'autoritratto donato più altre otto opere.

Arturo Carlo Quintavalle nel testo del catalogo crea un paragone tra le “migrazioni” di un tempo e quelle di oggi: “Dunque questi volti, queste figure viaggiano nella memoria e hanno viaggiato, migrato fisicamente da un luogo all’altro, sono segni di scavi, di ritrovamenti fortunosi, di acquisti periclitanti, ma anche traccia di corpi perduti, di nomi che ormai si associano solo in modo mitico alle figure. Saranno veramente Afrodite, Diana, oppure altro? E saranno sempre volti femminili oppure l’espressione patetica della figura di Taranto è quella di un giovane, un giovane del quale è difficile, nelle immagini, capire la razza? Migrano dunque i marmi, le memorie, ma migrano, hanno migrato anche i supporti, e sono questi legni che Pignatelli ha scelto, usurati dal tempo, legni che hanno una storia e che fanno somigliare queste figure ad antiche icone bizantine consunte dalla venerazione dei fedeli”.