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Pasqua, Bertori difende le famiglie "tradizionali"

Nell'omelia per la messa di Pasqua in Duomo, Betori richiama alla "dignità della persona" e torna sull'argomento della fecondazione artificiale

Foto @La Nazione

"Se è giusta la cautela nelle tecniche di manipolazione per il cibo, spaventati come siamo da sofisticazioni e contraffazioni, non si capisce perché  le barriere debbano per molti cedere quando si tratta di dare soddisfazione a ogni nostro miraggio - ha detto l'arcivescovo Bertori - pur se si tratta del corpo umano e della sua naturalità, fino a non fermarci di fronte al dare vita a bimbi che dovrebbero riconoscersi figli di tre o quattro genitori o a non inorridire di fronte allo sfruttamento del corpo di donne costrette in situazioni di vera e propria schiavitù". 

Nell'omelia per la messa di Pasqua in Duomo, Betori richiama alla "dignità della persona" che non può essere lasciata "all'arbitrario definirsi delle individuali aspirazioni e voglie", in un mondo dove tutto sembra "relativo" e ciascuno "possa aspirare al riconoscimento dei propri desideri come diritti - ha proseguito -, mentre per converso si assottigliano sempre più gli spazi della libertà di coscienza e della libertà religiosa". Per superare gli ostacoli culturali l'Occidente deve fare leggi in cui si difende prima di tutto la cellula fondamentale che è la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Un'attenzione che va chiesta ancor più in Italia  - ha concluso Bertori - dove la stessa Costituzione richiama a una società che deve favorire la famiglia, società naturale fondata sul matrimonio".