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Manfredi e Servillo: "Siamo tutti fiorentini"

Per celebrare Firenze capitale l'attore premio Oscar ha letto due poesie di Neruda, mentre lo storico ha plaudito a "un popolo che produce meraviglie"

Firenze fa rima con cultura. E cultura fa rima con storia e poesia. Per questo nel giorno in cui prendono ufficialmente il via le celebrazioni di Firenze capitale, a Palazzo Vecchio sono arrivato due mostri sacri delle cultura popolare: lo storico Valerio Massimo Manfredi e l'attore premio Oscar, Toni Servillo.

Il primo è stato il maestro di cerimonie dell'intera giornata, mentre il secondo ha letto dal palco due poesie popolari di Pablo Neruda dedicate a Firenze e ai suoi abitanti: "L'Arno" e "La città".

Manfredi ha anche colto l'occasione per sottolineare l'apporto decisivo dato da Firenze all'unità d'Italia. Se è vero che i fiorentini accolsero tiepidamente la nomina a capitale provvisoria del Regno, questo secondo Manfredi è perché sono depositari di una passione civica figlia della Roma imperiale.