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Il museo delle parole a Santa Maria Nuova

Nel porticato esterno dell'antico ospedale in centro centinaia di iscrizioni incise nella pietra ricordano il passaggio di ricoverati e operai

C'è la firma di un certo Granducci che nel 1776 scrisse "ero qui" e poi c'è quella di un tal U. Torrigiani che invece rimanda al 1790. E poi c'è un cuore inciso da Paladini, Paciarelli e Minghetti nel 1866. Sono alcune delle firme incise nella pietra del porticato esterno dell'ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze, ribattezzato "museo delle parole". 

Si tratta delle iscrizioni scalpellate nella pietra da parte di ricoverati e anche di operai che prestarono la loro manodopera nel corso degli ampliamenti e delle modifiche dell'ospedale nel corso dei secoli, a testimonianza di come lasciare una traccia sia un'abitudine che affonda le radici nella notte dei tempi. 

Un'abitudine che evidentemente riguarda anche i 'luoghi del dolore', carceri, ospedali ed ex manicomi.