Attualità

I sindaci per la pace firmano la carta di Firenze

Si è concluso il Glocal forum, Unity in diversity. Dario Nardella: “Riconoscere le diversità come una ricchezza e non come motivo di scontro”

L'evento voluto dal  sindaco di Firenze a 50 anni da quello di La Pira, per quattro giorni ha richiamato nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio sindaci e personalità da tutto il mondo per parlare di pace, dialogo e fratellanza tra i popoli. 

"Le città possono e devono essere l'argine pacifico ai conflitti e al terrorismo - ha detto il sindaco Dario Nardella -. Noi sindaci abbiamo una forza incredibile, ma talvolta non ne siamo consapevoli, spesso non la utilizziamo. Se uniamo le nostre forze possiamo far prevalere questa voglia di costruire contro la cultura della distruzione. La Carta di Firenze contiene proprio questi obiettivi: riconoscere le diversità come una ricchezza e non come motivo di scontro; riconoscere le diversità linguistiche, religiose, culturali, etniche e fare di queste diversità il punto di partenza per unire le forze e le energie. Unirle contro il terrorismo, contro tutte le guerre e unirle per affermare una cultura del dialogo e della pace". 

"Rivolgeremo l'appello e le proposte della Carta di Firenze alle organizzazioni internazionali come l'Onu e l'Unesco - ha spiegato il sindaco -: gli chiediamo impegni precisi sulla tutela del patrimonio cultuale, oggetto di attacchi e di scontri, e sul riconoscimento e la tutela delle diversità e delle identità di ciascuno. Sono grandi valori e grandi principi che possono tradursi in qualcosa di concreto solo attraverso quell'impegno quotidiano che i sindaci e i governanti delle città conoscono molto bene".