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I leader musulmani difendono il crocifisso

Al Festival delle Religioni in corso a Palazzo Vecchio l'imam di Milano e il presidente dell'Associazione Imam Mahdi hanno, invece, condannato l'Isis

No alla rimozione del crocifisso dagli spazi pubblici. Non hanno dubbi Yahya Pallavicini, numero uno della comunità musulmana milanese e Abbas Damiano Di Palma, presidente dell'Associazione islamica "Imam Mahdi".

Rispondendo alle domande del pubblico Pallavicini ha definito il crocifisso un "irrinunciabile valore culturale", mentre secondo Di Palma si tratta di un "richiamo della sacralità di ogni essere umano".

Durissimo invece l'Imam milanese nei confronti dello Stato islamico. "Quelli dell'Isis non sono veri musulmani -ha detto Pallavicini nel corso del suo intervento dal palco - Quello che succede nei territori in cui sunniti e sciiti sono in conflitto non è una guerra di fede somiglia invece a quanto successe in Europa con la Guerra dei Trent'anni". Anche quella, secondo l'Imam, poteva apparire una guerra di religione interna alle confessioni cristiane, ma in realtà si trattava di un conflitto determinato da ragioni politiche e di puro potere.

"Oggi - ha concluso Pallavicini - noi assistiamo alla strumentalizzazione della religione in politica: ma questo fenomeno va separato dalle nostre divisioni. Non dobbiamo dire che i sunniti sono buoni e gli sciiti cattivi, o viceversa. Questa semplificazione è un atto di fondamentalismo, al pari della volgarizzazione della religione per scopi terreni e di potere".

In compenso secondo Abbas Damiano Di Palma, quello dell'Isis è un fenomeno ingigantito dai media. "Basterebbe un ordine da Washington - ha detto il presidente dell'presidente dell'Associazione islamica "Imam Mahdi" - per far cessare il conflitto in 48 ore, per far crollare tutta la baracca. Se non arrivano segnali di questo tipo è perché dietro ci sono, ancora una volta, interessi di potere ed economici".