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Giotto da Firenze a Ravenna per celebrare Dante

Gli Uffizi presteranno un celebre capolavoro per la mostra “Dante gli occhi e la mente. Le arti al tempo dell’esilio” in programma a Ravenna

Gli Uffizi prestano alla città di Ravenna, che accoglie le spoglie di Dante Alighieri, due capolavori della pittura medievale, il celebre Polittico di Badia di Giotto e il ‘San Francesco riceve le Stimmate’ del Maestro della Croce 434 ed una tela del 1854 di Annibale Gatti ‘Dante inesilio’. Il Polittico di Badia di Giotto, datato intorno al 1300, è originariamente proveniente dall’altare maggiore della Badia di Firenze, una delle chiese più importanti della città, situata nei pressi dell’abitazione degli Alighieri.

Le opere custodite nella Galleria degli Uffizi, sono concesse in prestito in occasione del Settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri. Tre mostre che vogliono omaggiare il Sommo Poeta attraverso differenti prospettive organizzate da Comune di Ravenna, dall’Assessorato alla cultura e dal Museo d’Arte della città di Ravenna. 

A testimonianza del profondo legame tra Firenze, città natale del sommo poeta, e Ravenna, la città che fu il suo ‘ultimo rifugio’ e che ne conserva le spoglie, la Galleria degli Uffizi e il Comune di Ravenna hanno firmato un accordo di collaborazione pluriennale: nel 2021 i primi prestiti del museo fiorentino alla mostra Le Arti al tempo dell’esilio. Altri seguiranno con cadenza annuale, in occasione di ogni settembre dantesco, cui si aggiungerà il deposito a lungo termine di alcune opere che saranno parte integrante del progetto. La mostra Le Arti al tempo dell’esilio, curata di Massimo Medica, direttore dei Musei civici d’Arte Antica di Bologna, ed allestita dal 6 marzo al 4 luglio 2021 nella chiesa di San Romualdo a Ravenna, potrà contare su due capolavori degli Uffizi. 

Il Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt ha commentato “La collaborazione istituzionale tra gli Uffizi eRavenna, in casi di progetti importanti come questo, pone in primo piano il territorio e la sua storia, ne esalta i valori,promuove la conoscenza e, non ultimo, diventa un ingranaggio fondamentale della ripresa dopo la pandemia. Il volgare fiorentino è diventato lingua letteraria nazionale grazie a Dante, Giotto ha diffuso in tutta Italia una forma espressiva nuova e radicale, alla base di ogni sviluppo artistico successivo: solo riallacciandoci a quegli esempi coraggiosi di apertura possiamo fare del nostro patrimonio una forza sociale per l’intero Paese”.