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Ambulanti, il Tar sospende l'ordinanza del Comune

Congelato il trasferimento di tredici banchi da piazza San Firenze al lungarno della Zecca. Gli ambulanti chiedono l'annullamento

La decisione di spostare i tredici banchi  da Piazza san Firenze a lungarno della Zecca era stata assunta dal Comune in ottemperanza con una disposizione della Soprintendenza dell'aprile 2015 che ha classificato piazza San Firenze come imcompatibile con l'esercizio del commercio ambulante

I banchi in questione, del raggruppamento turistico ex Uffizi Gondi, si sarebbero dovuti trasferire da questa mattina, ma il Tar ha concesso agli ambulanti la sospensione del provvedimento, per il quale chiedono l'annullamento.

Secondo i giudici l'ordinanza del Comune non farebbe riferimento a "Ragioni di urgenza che giustifichino il brevissimo termine concesso ai destinatari ai fini del trasferimento". Da qui l'accoglimento delle ragioni dei commercianti. Per il Tar inoltre il provvedimento sarebbe "In grado di arrecare ai ricorrenti un grave ed immediato pregiudizio anche alla luce delle considerazioni relative alla necessità di organizzare le condizioni per una corretta allocazione dei banchi di vendita e per il ricovero notturno dei medesimi attesa l'inutilizzabilità dei magazzini ubicati a più di un chilometro di distanza dall'attuale collocazione".

La delibera scrivono i giudici "Non è stata notificata ai ricorrenti, non e' stata allegata all'ordinanza medesima ne' pubblicata nei modi di legge", ma il sindaco Nardella smentisce:  "Da oltre un anno abbiamo avviato tutte le procedure e vi sono stati molti incontri  -sottolinea il sindaco-. Abbiamo l'autorizzazione della soprintendenza che, sulla base della nuova normativa, dà il diritto all'amministrazione di spostare le bancarelle; abbiamo la delibera e l'ordinanza che è stata notificata ai bancarellai".

"Credo che occorra davvero riflettere - conclude Nardella- La città è di tutti e non solo di qualcuno. Abbiamo fatto gli atti come dovevano essere fatti, ma nonostante tutto questo per l'ennesima volta il Tar ci blocca".