Il pubblico prende posto in platea e trova Rocco Papaleo ad accoglierli con strette di mano, selfie e battute sulla ricerca del posto giusto. Tutti spiazzati si affrettano a prendere i posti.
E già da qua si capisce la piega che prenderà.
Uno spettacolo teatrale e una réunion tra vecchi compagni di avventure. Il Rocco Papaleo che ironizza e prende in giro il pubblico e un Giovanni Veronesi che si racconta come regista, come spostare il punto di vista di 30 gradi e crearsi la propria realtà di regista. E racconta gli attori, i suoi attori, quelli con cui ha lavorato imitandoli. Le risate esplodono.
Un Rocco Papaleo con il suo consueto atteggiamento lento e un po’ indolente che canta e suona la chitarra insieme ai “Musica da Ripostiglio” facendo partire lo swing con “Hum- Phrey-Bo-Gart” invece del consueto “One-Two-Three-Four” e che intona un Paolo Conte con il suo Chips Chips du du du du du facendolo totalmente suo.
I Musica da Ripostiglio, un quartetto grossetano pop-swing che riesce a catturare il pubblico per la bravura e simpatia dei componenti del gruppo: Luca Pitozzi, Luca Giacomelli, Raffaele Toninelli, Emanuele Pellegrini. Sempre in movimento, incapaci di concludere un pezzo senza ritornare nel riff frenetico swingato, il solito refrain che suonano alla velocità della luce sul quale si fissano per essere ironicamente rimproverati dal regista Veronesi.
Dunque un continuo alternarsi sul palco tra musica, battute, coinvolgimento del pubblico e racconti ironici, tra un’ imitazione di Cecchi Gori e un’ altra di De Laurentis ma anche racconti seri e commoventi come il ricordo di Francesco Nuti e dei genitori da parte del regista toscano.
“Tutto verte sul non sapere cosa diremo, la cosa principale è ironizzare su noi stessi” Ha detto Veronesi dello spettacolo.
E alla fine tutti col Ballo della Foca!