Attualità

"Vedo non vedo" città divisa sulle pedane coperte

La decisione di un gestore di eliminare la copertura e tornare ai tavolini sul selciato ha acceso una discussione sulle strutture commerciali

Foto da Facebook

"Non si vedono i monumenti" borbottano i fiorentini nella rete, "Basta spostarsi" la pronta replica. Le pedane coperte sono tornate ad agitare l'opinione pubblica sull'onda di una notizia, la nuova gestione delle Giubbe Rosse ha deciso di smantellare la copertura in vetro e acciaio per tornare ai tavolini sul selciato (vedere articoli collegati). 

Tra chi le trova "ingombranti" e chi le ritiene "necessarie" per una città turistica lo scontro è aperto a suon di commenti, a volte anche con toni accesi di sfida a suon di sfottò. Sono diversi i post che si sono susseguiti nelle ultime ore ed il parere sembra dividersi equamente tra chi vorrebbe una piazza completamente aperta per goderne la visuale e chi riconosce agli imprenditori il diritto di organizzarsi per attirare l'attenzione della clientela, soprattutto turistica, offrendo un servizio al tavolo con vista sulla piazza. Il tema dei costi del servizio sembra per il momento ai margini della discussione, eppure in passato ha caratterizzato l'accesa disputa sui dehor.

Quando sono apparsi per la prima volta hanno suscitato scandalo, poi i fiorentini hanno iniziato a tollerare le nuove strutture seppure con un dibattito aperto in merito al design che i dehor avrebbero dovuto avere. In più occasioni le pedane sono state disegnate, allestite e rimosse per essere installate a regola d'arte. Qualche commerciante aveva persino ordinato del materiale mai usato ed alla fine le pedane di molte strade hanno assunto forme omogenee ed un color ruggine sormontato dal giglio rosso. 

A quel punto a far discutere sono stati i vetri di contenimento che corrono lungo le pedane e che spesso vengono danneggiati dalle auto in transito e in sosta. Non è il caso di piazza della Repubblica, dove a dividere i fiorentini sono le strutture nella loro interezza, "troppo ampie", "troppo alte", "troppo" per una piccola città che però vuole essere grande.