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Uffizi scoprono e comprano un San Paolo di Tibaldi

Un giovane dottorando della Normale ha permesso di individuare la tela che stava per lasciare l’Italia dopo la vendita a un’asta ed ora è degli Uffizi

Una grande tela raffigurante San Paolo entra nella collezione delle Gallerie degli Uffizi, l'opera è attribuita a Pellegrino Tibaldi uno dei maggiori artisti del Cinquecento, attivo in Italia e in Spagna ed al suo allievo milanese Giovanni Pietro Gnocchi. L'operazione è nata dalle ricerche di Agostino Allegri, dottorando alla Scuola Normale di Pisa.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt ha commentato “Riconoscere la qualità di un dipinto e impedire che lasci l’Italia è parte del lavoro di tutela cui è chiamato il personale dello Stato, in questo caso la Soprintendenza di Genova, le Gallerie degli Uffizi e la Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio. Scoprirne così velocemente la provenienza e poter ricostruire l’intera vicenda storica di committenza e di esecuzione, è un caso fortunato e nello stesso tempo rarissimo. L’unione di forze tra le istituzioni del Ministero della Cultura e l’Università, le indagini approfondite di Agostino Allegri, attualmente dottorando alla Scuola Normale di Pisa, e i contatti tra studiosi e specialisti non solo hanno fatto rivivere un capolavoro, rivelando la corretta paternità, ma hanno riportato alla luce un intero capitolo della storia dell’arte della Controriforma a Milano”.

Mostra San Paolo a figura intera, in piedi, con alle spalle un monumentale sfondo architettonico e a fianco uno scrittoio sulla cui base vi è la data 1585. Il santo, dalla lunga barba e coperto da vesti rosse e verdi, è riconoscibile per il suo attributo tradizionale, la spada, appoggiata al muro. L’opera verrà prossimamente esposta al primo piano del museo.

Venduto nei mesi scorsi all’asta a un privato come attribuzione al pittore fiammingo Pietro Candido, il quadro stava per lasciare l’Italia ma è stato bloccato dall’Ufficio Esportazione della Soprintendenza di Genova su richiesta delle Gallerie degli Uffizi, e acquistato dalla Direzione Generale Archeologia Belle Arti Paesaggio attraverso il diritto di prelazione, per il museo fiorentino.

Un giovane studioso, Agostino Allegri, allievo di Giovanni Agosti all’Università Statale di Milano, ha ricostruito le vicende storiche del dipinto, di cui Alessandro Bagnoli aveva individuato i caratteri tibaldeschi, identificandolo nel San Paolo attestato dalle fonti nella cappella Borromeo della chiesa domenicana di Santa Maria delle Grazie a Milano. Nello stesso 1585 che compare iscritto sul dipinto, infatti, gli eredi di San Carlo Borromeo, tra i quali il giovane Federico, stipulano un accordo con Giovanni Pietro Gnocchi, perché entro un anno provveda a decorare la cappella di famiglia. Oltre a dorare la cupola a lanterna, l’artista viene incaricato di eseguire per l’altare una pala raffigurante San Paolo, seguendo il disegno fornito da Pellegrino Tibaldi, che a Milano aveva goduto per vent’anni del favore incondizionato di San Carlo Borromeo e che, nel 1575, era stato incaricato di ripensare l’architettura di questo spazio. Il grande dipinto risulta posto sull’altare della cappella sicuramente già nel 1587, quando viene citato in una delle Rime a stampa dell’artista e letterato milanese Giovanni Paolo Lomazzo. Oggi non è più possibile ricostruire l’aspetto originale della cappella Borromeo, dopo i bombardamenti dell’Agosto 1943 che la danneggiarono gravemente. È tuttavia attestato che il San Paolo fu rimosso dall’altare già a inizio Ottocento.

Giovanni Agosti, professore di Storia dell’arte moderna all’Università degli Studi di Milano ha detto "Come sarebbe bello vedere il San Paolo accanto alla Crocifissione di Bernardino Campi e alla pala di Gerolamo Figino, entrambe milanesi ed entrambe degli Uffizi fin dalla fine del Settecento. La corretta lettura stilistica di Bagnoli e la conseguente identificazione di Agostino Allegri gettano nuova luce su un capitolo, ancora così bisognoso d’indagini, della pittura a Milano”.