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Il ritratto di Leone X in restauro per tre anni

L'opera di Raffaello affidata agli esperti dell'Opificio delle Pietre Dure. Il ritorno agli Uffizi nel 2020 per i 500 anni dalla morte dell'artista

Sugli incarnati e sui colori dei protagonisti del 'Ritratto di Papa Leone X de' Medici con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi' di Raffaello Sanzio si è a lungo soffermato anche Giorgio Vasari nelle sue 'Vite'. Per tre anni i più vicini a quei colori e a quei volti saranno i tecnici dell'Opificio delle Pietre Dure incaricati del restauro dell'opera, una delle più celebrate e note del Rinascimento. Il progetto di restauro è stato presentato stamattina e nascono dalle indagini preliminari sul dipinto. 

L'intervento dei restauratori si concentrerà sulle alterazioni cromatiche dell'opera per riportarla all'antico splendore.  "Nell'ambito della collaborazione tra le Gallerie degli Uffizi e l'Opificio delle Pietre Dure e sulle orme del successo universale del restauro dell'Adorazione dei Magi di Leonardo da Vinci, ritornato al Museo nel marzo scorso - ha detto il direttore degli Uffizi Eike Schmidt - è ora il turno di un altro capolavoro. Per il ritratto di Leone X di Raffaello che verrà sottoposto ad una serie di analisi sofisticate e al restauro in previsione delle celebrazioni per il cinquecentenario della morte dell'artista nel 2020, non si può immaginare un'équipe più eccellente". 

"L'Opificio delle Pietre Dure è lieto di poter proseguire nella collaborazione con gli Uffizi affrontando i problemi conservativi del Leone X - ha aggiunto il soprintendente dell’importante centro di eccellenza fiorentino, Marco Ciatti - Ciò consentirà di conseguire, oltre al risanamento della materia, anche un ampliamento delle conoscenze sull'opera. Il progetto potrà avvalersi infatti del confronto con i dati tecnici derivanti dai numerosi restauri e studi su questo artista compiuti dal laboratorio a partire dalle dieci opere trattate per la mostra " Raffaello a Firenze" del 1984, seguite poi dai restauri alla Madonna del Baldacchino, alla Madonna del Cardellino, alla Muta e alla Madonna dell'Impannata, attualmente in mostra all’Albertina di Vienna, dopo l'intervento appena concluso".