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Torna sull'Arno la misteriosa Cappellina San Carlo

Dopo oltre 10 anni è spuntato nuovamente sull'Arno l'antico manufatto che era stato smontato e numerato per fare posto al nuovo ponte del tram

Foto di Gianni Greco

Sull'Arno torna un antico manufatto con il suo carico di storia e di mistero che accompagna dagli anni 2000 quella curiosa costruzione affacciata sulla riva sinistra dell'Arno: Oratorio o Cappellina di San Carlo, Torretta dell'antico Porto Leopoldino, vano idraulico per l'ispezione delle piene al tempo dei Navicelli del Pignone.

"Quelle pietre hanno una sagoma familiare... " così si è detto Gianni Greco, ideatore e curatore della Pagina Facebook Vecchia Firenze Mia che ha scattato le foto che vi mostriamo su QUInewsFirenze.

Greco, artista e speaker noto come "G" nel panorama radiofonico toscano e non solo, al tempo del ritrovamento dell'antico Porto Granducale e dello smantellamento della Cappellina o Oratorio è stato la voce storica del rione dalle onde di Radio Blu. Cresciuto tra via della Fonderia e l'Isolotto ha portato quelle antiche pietre a conoscenza di tutta la Toscana ricordando i tempi dei calzoni corti e dei primi amori.

Fu una promessa dell'allora assessore alla mobilità e deus ex machina della Tranvia, Giuseppe Matulli, di restituire il porto e l'antico manufatto alla città. Eredità raccolta con entusiasmo dall'assessore Cecilia Del Re che nei mesi aveva annunciato la ricostruzione, del Porto Leopoldino e della Cappellina.

Nel nuovo disegno urbanistico del 2006 fu previsto lo spazio per accogliere la Cappellina a base pentagonale e sull'area furono posate le pietre della costruzione, poi numerate e trasportate in deposito.

L'oblio. Nel corso degli anni successivi si è acceso un dibattito sulla reale origine della struttura che ha portato a varie ipotesi, spostando l'Oratorio San Carlo su piazza Gaddi ed attribuendo alla costruzione altre funzioni più legate alla vita dell'Arno. Lo slargo, invece, è stato utilizzato impropriamente come un parcheggio, in attesa della ricostruzione.

La rinascita. Le pietre però hanno resistito a denigrazione e indifferenza, almeno quelle che appaiono numerate e costituiscono l'ossatura e gli spigoli della costruzione, mentre le facciate sono state ricostruite in mattoni forati. 

Una curiosità. La particolarità del manufatto era quella di avere una botola interna a manovella che consentiva la discesa diretta sul greto dell'Arno. Lo spostamento impedisce oggi di riposizionare quell'accesso sul fiume che è ben visibile in questa foto che ritrae l'area portuale al momento del rinvenimento