Arte

The Florence Experiment

Dal 19 aprile un'esperienza immersiva porta arte contemporanea e scienza dentro Palazzo Strozzi

Da qualche giorno nel cortile di Palazzo Strozzi svetta una struttura metallica: due eliche si avvinghiano tra loro tracciando traiettorie nello spazio. È lo scivolo progettato dall'artista belga Carsten Höller, che dall'altana permette ai visitatori di buttarsi giù in una corsa rapida e ricca di emozioni, fino al pianterreno. Si può affrontare la discesa da soli o accompagnati da una giovanissima piantina di fagiolo della quale si ha il mandato di avere gran cura. Ma non è solo per compagnia che la giovane vita vegetale viene affidata ai temerari che affontano lo scivolo: in The Florence Experiment, i visitatori dell'esposizione (difficile chiamarla mostra, non ha niente di tradizionale) sono infatti protagonisti della stessa e, soprattutto, di quelli che saranno i suoi esiti.

Nata da un'idea del Direttore Arturo Galansino, che è anche curatore del progetto, The Florence Experiment è infatti un vero e proprio esperimento scientifico, che l'artista-scienziato Höller e il neurobiologo vegetale Stefano Mancuso hanno realizzato appositamente per Firenze. L'idea è quella di riportare il connubio Arte e Scienza all'interno della cornice rinascimentale di uno dei musei più interessanti della città, ma anche di produrre conoscenza, di imparare ancora qualcosa da quelle straordinarie creature che sono le piante. Tanto indispensabili per la vita dell'uomo quanto a volte bistrattate, infatti, le piante sono non solo una risorsa imprescindibile per la nostra esistenza, ma anche una miniera di informazioni ancora tutte da scoprire. In questo senso, The Florence Experiment ha realizzato un vero e proprio laboratorio scientifico nei sotterranei del palazzo per rispondere ad una domanda: come reagiscono le piante alle emozioni umane? Lo fa attraverso due specie, il fagiolo e il glicine, che rispettivamente prenderanno possesso della Strozzina e della facciata del palazzo che dà su Piazza Strozzi. Nel primo caso, le giovanissime piantine di fagioli, non più vecchie di tre-quattro giorni, saranno “invitate” a percorrere a grande velocità lo scivolo del cortile accompagnate da un visitatore o da sole. Si misurerà quindi la loro reazione a questa emozione e quanto questa possa essere influenzata dalla presenza umana. Il glicine, cui sarà chiesto di arrampicarsi sui fili metallici che si appoggiano alla facciata, sarà invece sottoposto alle “emissioni” dei visitatori che in Strozzina assisteranno a film comici o dell'orrore. Le piante reagiranno in qualche modo a tutto questo? E se sì come? Sono tutti interrogativi che gli ideatori dell'esposizione si pongono per primi, e che chiedono a noi visitatori di affrontare con loro, nel più puro stile della sperimentazione scientifica che sta alle radici della cultura fiorentina.