Attualità

Studenti in rivolta contro il numero chiuso

L'Udu ha annunciato una protesta fuori dal rettorato contro l'introduzione del numero chiuso in due corsi di studio all'Università

Un lungo post su Facebook e l'annuncio della protesta il 26 maggio sotto il rettorato durante il consiglio di amministrazione. A pubblicarlo sono stati gli studenti dell'Udu Firenze Sinistra Universitaria che annunciano battaglia contro l'introduzione del numero chiuso e la frequenza obbligatoria in alcuni corsi di studio.

"Nella seduta del Senato accademico del 10 maggio - si legge nel post - si è votata l'introduzione del numero chiuso nei corsi di studio di Scienze Farmaceutiche applicate - controllo qualità (150 posti) e Scienze dell'educazione e della formazione (500 posti). E' stata approvata inoltre l'introduzione della frequenza obbligatoria per i corsi di Dietistica e Scienze delle professioni sanitarie della prevenzione, ed è stata respinta invece la richiesta di diversi corsi di studio della Scuola di Studi Umanistici e della Formazione di abolire la frequenza obbligatoria, smentendo la Commissione Didattica che aveva votato a favore". 

Si tratta di provvedimenti che, spiegano gli studenti, sono stati giustificati come "necessari in vista della visita dell'Agenzia Nazionale per la Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca, che avverrà nel novembre 2018". 

"L'Udu - si legge ancora - ha votato contro il numero chiuso e la frequenza obbligatoria. Crediamo che siano entrambi inadeguati palliativi per rispondere a problemi strutturali che colpiscono il sistema universitario italiano, come delle inutili toppe su un vestito ormai logoro. Riteniamo inoltre sia paradossale che queste misure siano fatte passare come necessarie, per la paura che l'ANVUR trovi delle irregolarità". 

Il problema, dicono ancora gli studenti, è che "la cronica mancanza di spazi non è un motivo valido per imporre il numero chiuso. L'alto numero di fuoricorso o lo scarso numero di studenti a lezione non sono buoni motivi per introdurre la frequenza obbligatoria, sopratutto in corsi di studio che al momento non dispongono della figura dello studente part-time, come dietistica. Queste questioni vanno affrontate con l'acquisto, la ristrutturazione e la costruzione di nuovi spazi per gli studenti, e con offerte didattiche mirate e di qualità. L’università deve dare agli studenti la possibilità di imparare ad assumersi le proprie responsabilità e di sapere come gestire autonomamente il proprio tempo, in questo modo si va nella direzione opposta. Al termine della carriera accademica ci aspettiamo professionisti in grado di ragionare e di muoversi autonomamente nel mondo del lavoro e non è obbligandoli a stare in aula che si ottiene questo risultato".