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Rogo, i migranti lasciano lo stabile occupato

Lo stabile di via Spaventa era stato occupato dopo l'incendio divampato nel capannone a Sesto lo scorso gennaio costato la vita a un uomo di 44 anni

Hanno accettato le nuove sistemazioni che sono state loro proposte e se ne stanno andando a piccoli gruppi dallo stabile occupato di via Spaventa i cento somali che si trovavano nell'edificio di proprietà dei gesuiti da gennaio. Alla fine, dopo tanti incontri, proteste e polemiche pare sia stata trovata una soluzione che consente di liberare il palazzo e dare una sistemazione ai migranti. Non si tratta in ogni caso di uno sgombero ma di un'operazione programmata. 

Sul posto sono arrivati il personale del Comune, della questura e della Caritas. Proprio i mezzi della Caritas sono stati utilizzati per il trasferimento dei migranti. 

Una svolta, dunque, nella vicenda iniziata dopo la tragedia dello scorso 12 gennaio, quando il capannone dell'ex Aiazzone all'interno del quale si trovavano i somali fu devastato da un incendio. Nel rogo morì il 44enne Alì Muse. 

Sul trasferimento dei migranti è intervenuto il sindaco Dario Nardella che ha spiegato come con la liberazione pacifica dello stabile "abbiamo dimostrato che se c'è spirito di squadra, senso di responsabilità e buona organizzazione si può evitare quello che è successo a Roma e che ha scatenato tutte le polemiche sul problema delle occupazioni abusive". Soddisfatto anche padre Ennio Brovedani, legale responsabile del palazzo di proprietà dei gesuiti in via Spaventa: "Siamo contenti e riconoscenti che, dopo undici mesi, la collaborazione tra Comune di Firenze, Sprar, Caritas diocesana, Compagnia di Gesù e altre associazioni permetta di prospettare soluzioni molto più dignitose rispetto a quelle proposte inizialmente".  Brovedani ha anche aggiunto: "La nostra politica è stata chiara fin dall'inizio, denuncia dell'occupazione ma nessuna richiesta di sgombero senza alternative dignitose". 

Altro tono quello dei capigruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale e comunale Giovanni Donzelli e Francesco Torselli: "I somali occupano per anni abusivamente stabili in condizioni fatiscenti, fanno scontri con la polizia, e ottengono in premio una soluzione abitativa. Gli italiani che rispettano le leggi, invece, finiscono in mezzo a una strada. E' tutto sbagliato".