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Strada in salita per lo shopping della moda

Allarme di CNA per la filiera che solo a Firenze conta 1.631 imprese. Molte non hanno riaperto il 18 maggio e chi ha aperto è ripartito male

Le imprese dello shopping della moda a Firenze rilanciano l'allarme sulla difficilissima ripartenza post emergenza, in particolare in un centro storico svuotato di turisti sia italiani che stranieri. Nel capoluogo toscano, ricorda CNA, si trova la maggiore concentrazione di punti vendita d'Italia sia per le borse (il 15% del totale dei negozi moda del territorio rispetto al 3% nazionale) che per pellicce e abbigliamento in pelle (2,3% rispetto allo 0,5% nazionale). 

Molte delle 1.631 imprese del settore attive a Firenze non hanno riaperto il 18 maggio, il primo giorno di riapertura generale dopo i due mesi di restrizioni anti-Covid, e chi lo ha fatto ha comunque visto ridursi drasticamente il proprio volume d'affari: un recente studio della Camera di Commercio parla del 12 per cento in meno, la seconda categoria più in difficoltà dopo alberghi e turismo.

Per questo gli imprenditori stessi hanno realizzato un video nell'ambito della campagna di CNA #compraitaliano: un appello per invitare tutti a privilegiare l’acquisto di prodotti made in Italy così da rilanciare i consumi e sostenere l’intera filiera moda.

“Un modo per aiutare a ripartire un settore commerciale in cui le produzioni locali giocano però un ruolo importante, vuoi per laprevalenza di confezioni (536 tra adulti e bambini), vuoi per le specializzazioni del comparto strettamente correlate al distretto della pelletteria”, ha detto Tiziana Trillo, coordinatore di CNA Federmoda Firenze.

“Una campagna, inoltre, che vuol sensibilizzare quella parte di fiorentini inclini alla ‘fast fashion’ a non acquistare capi usa e getta, ma di qualità e originalità, prodotti da quelle stesse mani e menti creative che stanno nel dietro le quinte dei grandi brand”