Attualità

Sermoni in italiano nelle moschee fiorentine

Lunedì la firma del patto con la comunità islamica. Tra i punti, anche la fedeltà alla Costituzione e l'apertura di sportelli informativi

L'idea di una "operazione trasparenza" che portasse ad un vero e proprio "patto" tra istituzioni e comunità islamiche sulla condivisione dei comuni valori costituzionali era nata all'indomani degli attentati terroristici di Parigi. Ora quell'auspicio diventa realtà: e così lunedì prossimo Firenze, prima in Italia assieme a Torino, sarà teatro della firma del primo accordo del genere, tra il sindaco di Firenze Dario Nardella e l'imam fiorentino, Izzedin Elzir, presidente dell'Unione delle comunità islamiche in Italia, alla presenza anche di altri esponenti delle comunità musulmane della Toscana.

Tra i punti, anticipati oggi dal quotidiano "Corriere Fiorentino", l'adesione ai valori della Costituzione, l'apertura di sportelli nelle moschee per far conoscere le iniziative della comunità musulmana, e la previsione che le letture dil Corano e i sermoni del venrdì saranno tenuti in italiano. "Già da ora - notò allora il presidente dell'Ucoii - il sermone del venerdì viene pronunciato in italiano e in arabo: in Italia ci sono musulmani di 50-60 nazioni e non tutti parlano arabo, quindi è doveroso parlare in italiano". 

"Vogliamo - ha spiegato il sindaco Nardella alcuni giorni fa annunciando la firma dell'accordo - dare vita ad un impegno reciproco che veda l'amministrazione e la comunità musulmana coinvolte in un'azione di valorizzazione della cultura della legalità, e di informazione, promozione e condivisone delle nostre regole di convivenza civile che trovano fondamento nella Costituzione Italiana".

Nell stessa direzione va il progetto di una Scuola internazionale per il dialogo interreligioso a Firenze, e lo svolgimento nel novembre scorso  il Forum dei sindaci del mondo per la pace.