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Inceneritori, stop Sblocca Italia, mamme scatenate

Il Tar del Lazio ha sospeso il giudizio e rinviato alla Corte Europea il decreto del governo sugli inceneritori. Il comitato mamme: "Serve il riciclo"

L'ordinanza del Tar del Lazio chiamata in causa dalle Mamme No Inceneritore è stata emessa il 24 aprile 2018 e, scrive il comitato in una nota, rimette "in serissima discussione la politica di gestione dei rifiuti figlia dello Sblocca Italia che puntava tutto sugli inceneritori". 

In sostanza il Tribunale amministrativo, spiegano le Mamme, ha rinviato alla Corte di Giustizia Europea il giudizio sull'articolo 35 del decreto Renzi/Galletti. 

"Il computo del fabbisogno nazionale residuo di incenerimento, il potenziamento degli impianti di incenerimento in essere e la localizzazione regionale dei nuovi impianti di incenerimento e la loro definizione come infrastrutture e insediamenti di preminente interesse nazionale sono tutti aspetti del dpcm che possono porsi in violazione della normativa comunitaria perché - si legge nella nota delle Mamme - analogo riconoscimento non è stato esteso dal dpcm agli altri impianti volti al trattamento dei rifiuti ai fini di riciclo e riuso, nonostante la loro preminenza nella gerarchia rifiuti richiamata nella direttiva 2008/98/CE". E ancora, scrive il comitato, "sono valutazioni che hanno un impatto sull'ambiente e che vengono sottratte all'esame degli organi regionali e locali. Sorge quindi il dubbio di conformità alla direttiva 2001/42/CE sul fatto che non potranno essere ridiscusse nei relativi piani attuativi regionali né rivalutate nelle eventuali procedure di Valutazione Ambientale Strategica regionale".

Ora il comitato dice di essere ottimista sulla possibilità che una sospensione del giudizio arrivi anche "e sul ricorso presentato da Forum ambientalista e sostenuto da Mamme No Inceneritore che impugnava anche altri aspetti del decreto".