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Rinnovo dei vertici sindacali per finanzieri Sim

​Il sindacato si è riunito per eleggere i sostituti a seguito delle dimissioni del Segretario Generale, Cleto Iafrate e del Presidente, Andrea Leccese

Nella giornata di ieri, sabato 28 settembre 2019, il Consiglio Direttivo del Sindacato Italiano Militari - Guardia di Finanza si è riunito straordinariamente a Milano e, dopo una lunga e proficua giornata di lavori, è stato eletto all'unanimità, in qualità di Segretario Generale del SIM-Gdf, il Cav. Gaetano Insinna, già segretario generale aggiunto, decidendo di lasciare temporaneamente vacanti le cariche di Presidente e di Segretario Generale Aggiunto in quanto, allo stato, non necessarie per il governo e la rappresentatività del sodalizio associativo.

"Non è facile - recita una nota della Segreteria nazionale del Sindacato Italiano Militari Guardia di Finanza.-, con le regole d’ingaggio oggi a disposizione, conciliare impegni familiari, lavorativi e, nel contempo, svolgere ruoli apicali sindacali in assenza di tutele normative che diano reale agibilità e operatività sindacale. Allo stato il progetto di legge (non proprio il migliore possibile) sui sindacati militari risulta "congelato" ormai da tempo presso la IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati e vede i “carbonari” dei sindacati militari costretti a svolgere la propria funzione sottraendo il loro tempo alle famiglie, a svolgerlo lontano dalle Caserme e a spese proprie. Il SIM-GdF resta fermamente convinto che il processo di sindacalizzazione delle Forze di Polizia ad ordinamento militare sia necessario ed ineludibile per meglio garantire il buon andamento della Pubblica Amministrazione e per vedere finalmente riconosciuti quei diritti che la Costituzione garantisce a tutti i lavoratori ma che, ad oggi, la Legge vieta al cittadino militare, servitore silenzioso dello Stato. Il Direttivo del SIM-GdF auspica che il Legislatore possa, quanto prima, approvare una norma sulla sindacalizzazione del mondo militare, in linea con la Sentenza n.120/2018 della Corte Costituzionale ormai di lontana memoria, che recepisca le osservazioni sollevate a carico della proposta come finora palesata e che consenta la reale operatività sindacale così come la Consulta ha indicato nella sua declaratoria di incostituzionalità dell'aprile 2018".