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Riforma Bonisoli, cambia tutto, tra le critiche

Entra in vigore oggi, tra le polemiche, il decreto firmato a Ferragosto che prevede un nuovo assetto nella gestione economica e culturale dei musei

Il Ministro per i Beni e le Attività culturali Alberto Bonisoli, in piena crisi di governo, ha firmato il decreto ministeriale di attuazione della riorganizzazione interna del Mibac, decisa con un decreto approvato lo scorso 19 giugno dal Consiglio dei Ministri e passata al vaglio della Corte dei Conti. Il provvedimento contiene disposizioni sull'organizzazione ed il funzionamento dei Musei statali ed entra in vigore oggi, 22 agosto. L'atto che sigla il passaggio della Galleria dell’Accademia di Firenze e del Museo San Marco di Firenze agli Uffizi prevede anche l'eliminazione dei Consigli di Amministrazione ed attribuisce ai Direttori di predisporre i Bilanci che dovranno poi essere approvati dal ministero. Alle critiche Bonisoli ha risposto parlando di "semplificazione" e sottolineando che i Comitati scientifici avranno maggiore rilievo con membri scelti anche dal comune di appartenenza e dalla direzione stessa del museo.

A Firenze il declassamento dell'Accademia è stato fortemente criticato dal sindaco, Dario Nardella, che ha invece sottolineato i miglioramenti ottenuti a seguito della Riforma Franceschini e sotto la guida affidata a Cecilie Hollberg che proprio a luglio ha presentato i lavori di ammodernamento strutturale progettati negli ultimi quattro anni.

Il Mibac ha precisato in una nota che con il nuovo assetto "Aumentano di 10 milioni di euro le risorse del fondo di riequilibrio per i siti e luoghi della Cultura statali per effetto dell'incremento di 5 punti della percentuale (era il 20%, oggi è il 25%) di incassi da destinare ai musei minori e derivante dai proventi della bigliettazione". “E’ la conclusione del processo iniziato mesi fa - ha detto il ministro Bonisoli - che ha come scopo quello di dare il giusto supporto e la giusta attenzione a realtà museali più piccole ma non per questo meno importanti”.

Sono 10 le Direzioni territoriali delle reti museali che nascono al posto dei Poli museali regionali: Direzione territoriale delle reti museali del Piemonte e della Liguria, di Lombardia e Veneto, dell’Emilia Romagna, della Toscana, del Lazio, di Abruzzo e Molise, della Campania, della Puglia e Basilicata, della Calabria e della Sardegna. Istituisce due Musei Nazionali, quello dell’Umbria e quello delle Marche, al posto della Galleria Nazionale dell’Umbria e dell’omologo sito delle Marche, all’interno dei quali transitano i musei non autonomi afferenti agli ex Poli museali di Umbria e Marche. E ancora, nascono i Musei Nazionali Etruschi con sede a Villa Giulia, che ricomprendono i musei etruschi e archeologici nazionali di Chiusi, Rocca Albornoz, Tarquinia, Tuscania, Cerite - Cerveteri, e le necropoli etrusche site nel Lazio (Banditaccia - Cerveteri e Monterozzi -Tarquinia) e in Toscana (Poggio Renzo - Chiusi, Tomba della scimmia - Chiusi). Il decreto, nel definire l’istituto di rilevante interesse nazionale, eleva i Musei Nazionali Etruschi a museo di seconda fascia, dotandolo, dunque, di autonomia speciale (non solo scientifica ma anche gestionale). E ancora. Il provvedimento firmato da Bonisoli istituisce il parco del Castello di Miramare a Trieste - di cui fanno parte i musei inseriti nel polo museale del Friuli Venezia Giulia, stabilisce il passaggio della Galleria “Giorgio Franchetti” alla Ca’d’oro di Venezia alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, così come quello della Galleria dell’Accademia di Firenze e del Museo San Marco di Firenze agli Uffizi. A Milano, infine, il Cenacolo Vinciano passa alla Pinacoteca di Brera.