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I robot nello scrigno giapponese dello Stibbert

Le sale in cui sono conservate le armature e oggetti decorativi nipponici sono state restaurate e riaprono con la mostra 'Robot Fever'

Le sale giapponesi del museo Stibbert raccolgono la collezione di armi e armature, oltre a molti oggetti decorativi, che provengono dal Giappone e furono realizzate da Stibbert tra il 1889 e il 1890 con la collaborazione di Gaetano Bianchi e Cesare Fortini. 

Solo nei primi decenni del Novecento l'allestimento originario fu in parte modificato da Alfredo Lensi, primo direttore del museo. Da allora gli ambienti non erano mai stati oggetti di restauro fino a oggi. Ora l'intera sezione dell'armeria giapponese riaprirà i battenti, completamente rinnovata sia per quanto riguarda gli ambienti e le decorazioni, che per quanto riguarda le armature dei samurai.

Con un evento speciale: la mostra 'Robot Fever: il Samurai nell'era dei Chogokinche' che espone parte degli oggetti più rari e inconsueti raccolti da Stibbert per allestire la sezione giapponese del suo Museo mettendoli a confronto con i robot contemporanei, quelli che la fanno da padrone tra i giocattoli orientali e americani.