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Quelle trentacinque vite spezzate dalle onde

Il sindaco Nardella ha ricordato le vittime dell'alluvione tra cui anche quattro bambini. Agli angeli del fango: "Grazie per essere tornati"

Un ringraziamento che si rinnova ogni anno ma che quest'anno assume una valenza ancora speciale perché è trascorso mezzo secolo da quando l'Arno si gonfiò fino a rompere gli argini travolgendo strade, case e vite. 

Nella cerimonia in Palazzo Vecchio davanti agli angeli del fango tornati ancora una volta in quella che è anche, a buon diritto, la loro città, il sindaco Dario Nardella ha detto che "il 4 novembre significa il ricordo di quel dramma, di quelle ore che hanno strappato 35 vite umane, fra cui 4 bambini, che hanno devastato città intere e hanno ferito il nostro patrimonio culturale". 

Una tragedia che ancora costituisce una ferita non cicatrizzata per la città. "Ma questo 4 novembre ci serve anche per ricordare che Firenze ha saputo rialzarsi, lentamente, ha ricostruito il suo patrimonio culturale grazie ai suoi restauratori, ai suoi storici dell'arte, agli architetti, ma soprattutto grazie agli angeli del fango. Molti dei quali sono qui oggi con qualche capello bianco, ma con la gioia, la commozione negli occhi la stessa di 50 anni fa. A loro dico ancora: grazie".