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"Publiacqua paghi i danni della voragine"

Affondo del sindaco Nardella dopo la richiesta di archiviazione dell'inchiesta sul crollo del lungarno Torrigiani: "Nessun rincaro in bolletta"

La richiesta di archiviazione del fascicolo sul crollo del lungarno Torrigiani è finita, inevitabilmente, in Consiglio comunale. "La situazione - ha scritto il pm Gianni Tei nella richiesta inviata al gip - non è riconducibile alla condotta di ben individuati specifici soggetti in un determinato e circoscritto arco temporale, ma è la sommatoria di decisioni e provvedimenti a carico di più soggetti competenti e che si estendono in un orizzonte di tempo pluriennale". 

Sulla questione è intervenuto con toni molto duri il sindaco di Firenze Dario Nardella. Al netto delle responsabilità penali, ha detto, "chi sbaglia paga e a pagare non saranno i cittadini con il rincaro della bolletta dell'acqua: questi costi se li dovrà accollare Publiacqua e lo stesso vale per gli altri disagi legati al crollo del lungarno, come quelli alle macchine finite sott'acqua". 

"In base ai resoconti giornalistici che si sono potuti leggere su questa richiesta di archiviazione - ha spiegato il sindaco - si capisce che non vi è stata responsabilità penale personale, ma che questa è così diffusa e risalente nel tempo che non è stato possibile individuare soggetti specifici". Ma si capisce anche, ha aggiunto il sindaco, "che la causa evento è da attribuire alla rottura del tubo. La causa  dell'evento è questa e pertanto la responsabilità di ciò non può essere riversata sui cittadini riversando sulla bolletta i costi di ripristino del lungarno. Questa è la posizione del sindaco dell'amministrazione comunale, è la posizione del socio pubblico di maggioranza relativa di Publiacqua". 

"Publiacqua - ha poi aggiunto Nardella - tenga conto delle considerazioni tecniche del pm, che riconosce la correttezza delle tesi dei tecnici del Comune di Firenze. Sembra, sempre dalle ricostruzioni giornalistiche, che il pubblico ministero sembra che abbia infatti censurato la tesi dei consulenti tecnici di Publiacqua che addebitava ad una causa più naturale che umana l'origine del crollo".