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Firenze piena di turisti ma è crisi dei consumi

Tante le presenze in strada rispetto alle immagini circolate nei mesi scorsi ma i consumi sono fermi. Bar, negozi e alberghi sono in crisi

Agosto è arrivato e la prima settimana si conclude con la città di Firenze piena di gente nelle strade ma con le attività vuote, in attesa del week end da bollino rosso in cui molti fiorentini si trasferiranno al mare o partiranno per le vacanze. Sono molti i commercianti che hanno preferito rimandare a settembre l'apertura e c'è qualcuno che, visto il volume di affari, non ha rinunciato alle ferie.

Le immagini però sono ben diverse da quelle circolate durante il confinamento dovuto all'emergenza sanitaria, tra inizio marzo e fine giugno. Cosa c'è che non funziona? I turisti sono italiani, al massimo europei, e la gente non spende. 

Sono aumentati gli sguardi verso le vetrine ma sono pochissimi gli scontrini emessi alle casse. Qualcuno ha cambiato la proposta gastronomica per andare incontro al palato nostrano, escludendo piatti alla "Alfredo" ed includendo piatti della tradizione. Non sono mancate polemiche sul servizio ai tavoli con sovrapprezzo ma nel complesso appare un turismo parsimonioso quello che sta caratterizzando l'estate 2020.

Secondo i dati resi noti dalle categorie economiche i saldi sono fermi al palo e le previsioni non sono confortanti. Perdite degli incassi sono state registrate e sono attese nel settore alberghiero e della ristorazione a partire dai bar.

Il presidente di Fipe-Confcommercio Toscana Aldo Cursano ha chiesto aiuto alla vice ministra all’economia Laura Castelli. “Anche se le imprese sono operative, la situazione resta grave, con perdite medie di fatturato del 40 per cento ma superiori al 7 per cento in settori ancora fermi come catering e banqueting” ha spiegato il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni. 

“Il bilancio del primo giorno di saldi a Firenze è stato letteralmente un disastro” è quanto ha sottolineato ad inizio agosto Alessandro Sorani, presidente di Confartigianato Firenze che ha aggiunto “Anche i grandi centri commerciali, che solitamente sono comunque attrattivi, nonostante abbiano registrato un numero interessante di clienti, hanno fatto registrare dati sulle vendite estremamente bassi. Si tratta di un calo del 75 per cento rispetto alle vendite del 2019.” La presidente regionale della Federazione Moda Italia Confcommercio, Federica Grassini, ha spiegato nelle ultime ore “Siamo intorno ad un calo del 40 per cento negli incassi rispetto al 2019, soprattutto nei centri storici, orfani dei turisti stranieri ma anche dei residenti. La tendenza dei consumatori è ad acquistare per l’immediato. Sono rimasti in pochi ad approfittare degli sconti per comprare capi più ricercati, magari in previsione di occasioni future. L'annullamento delle cerimonie legato alla pandemia ha cancellato le vendite del comparto, che costituisce il 70 per cento del fatturato di molti negozi in termini di valore. Una perdita che quest’anno non riusciremo a colmare”. Fabio Tinti, presidente nazionale di Fismo, la categoria delle imprese moda Confesercenti, ha evidenziato la "maggior cautela dei cittadini nelle spese, come dimostra anche la media degli scontrini che per un 40 per cento sono inferiori ai 50 euro ed un 45 per cento fra i 50 ed i 100 euro”.

Infine c'è chi, come Cna Turismo, teme la riduzione degli orari dei musei o la chiusura di alcune mete attrattive che potrebbe scoraggiare anche i turisti di prossimità a fare una passeggiata nel centro storico riducendo così quel passaggio lungamente atteso per riattivare l'economia locale "Manca il turismo internazionale e l'apertura limitata dei maggiori luoghi di interesse artistico e culturale scoraggia italiani e europei" è quanto si legge nel rapporto di CNA Turismo sulle mete italiane preferite dai turisti in agosto.