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Palazzi troppo fragili per reggere ai terremoti

Il fragile patrimonio edilizio a Firenze è in gran parte anteriore al '900 e i palazzi più nuovi risalgono a ormai ai diversi decenni fa

Se ne parla sempre a posteriori, cioè dopo che un sisma ha colpito e distrutto in qualche altra parte d'Italia. A dirlo stavolta è l'associazione dei periti e degli esperti della Toscana che rinnova l'invito a mettere davvero in sicurezza gli edifici per evitare danni gravi e morte in caso di calamità come quella che ha devastato l'Italia centrale. 

Inimmaginabile, spiega l'associazione, quello che potrebbe accadere se Firenze e la Toscana dovessero essere interessate da un sisma simile a quello che ha colpito Amatrice e le zone circostanti. La ragione sta nei numeri:  gran parte dei 2.084.630 immobili residenziali schedati dalla Regione in Toscana nel 2012,di cui 507.27 a Firenze, sono stati costruiti diversi decenni fa, e sono tra quelli più nuovi considerato che nella zona centrale molte edificazioni sono precedenti al ‘900. 

Il fatto che il patrimonio edilizio sia ben conservato e ben tenuto non significa che sia a norma e a prova di terremoti. In altre parole, se anche sotto il profilo dell'impiantistica la situazione è positiva, sotto quello delle normative antisismiche le cose stanno in tutt'altro modo. 

Il presidente dell'associazione dei periti e esperti della Toscana Franco Pagani ricorda  che "troppo spesso purtroppo, interviene in questi casi ‘dopo’, cioè per l’accertamento dei danni e delle responsabilità per conto della autorità giudiziaria. E’ ipotizzabile intervenire con interventi di miglioramento organizzati in più fasi successive e sovrapponibili fra loro aventi la finalità di migliorare la risposta sismica dell’edificio”.

Resta però il problema di operare in contesti storici come, ad esempio, il centro di Firenze. "Per questo - spiega l'associazione - se vogliamo davvero che le nostre città procedano sulla strada di un miglioramento o adeguamento antisismico è necessario provvedere con interventi pubblici di sostegno, individuando le misure da prendere anche sotto forma di defiscalizzazione. Secondo le ultime notizie la Regione ha approvato i criteri per distribuire 22 milioni per la difesa del suolo e gli interventi antisismici. Di questi agli alloggi privati sarebbe destinato solo il 20 per cento".

“Oltre l’80 per cento dei toscani abita in condominio e considerato che interventi del genere devono essere gestiti nell’interesse comune - dichiara il presidente nazionale di Confartamministratori Alessandro Ferrari - chiediamo alla Regione un confronto su base tecnica per condividere quali possono essere le operazioni da effettuare nelle situazioni tipo, a seconda della fascia di rischio in cui gli edifici si trovano, e rendere gli amministratori condominiali in grado di poter illustrare poi la situazione a proprietari e affittuari delle unità immobiliari”.