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Opere in prestito, Franceschini difende Schmidt

Il ministro dei Beni Culturali ha risposto alla Camera a un'interrogazione sull'operato del direttore della Galleria degli Uffizi

Il ritratto di Agnolo Doni di Donatello

A interpellare il ministro Dario Franceschini è stato il deputato di Fratelli d'Italia- Alleanza Nazionale Bruno Murgia. Nella sua risposta, Franceschini ha difeso l'operato degli Uffizi. Nello specifico, la questione sul tavolo era il prestito, anche contro il parere degli esperti dell'Opificio Opere Dure, delle opere ritenute "inamovibili" e del presunto "rapporto di esclusività" del direttore Schmidt con la società Mondo Mostre. 

Il direttore degli Uffizi, sottolinea il ministro, "ha posto in essere nuovo sistema di prestiti, anche con un tetto massimo e ha separato le valutazioni curatoriali da quelle di conservazione". 

Nel mirino dell'interrogazione è finito il prestito dei ritratti di Agnolo Doni e della moglie firmati da Raffaello per una mostra organizzata nel 2016 a Mosca da Mondo Mostre. Il ministro ha spiegato che "i ritratti dei coniugi Doni di Raffaello non sono inamovibili. E non è vero che c'era il parere contrario dell'Opificio. In questi casi tra l'altro l'autorizzazione per i prestiti all'estero viene visionata anche dalla direzione generale dei Musei". 

La stessa cosa vale, fa notare Franceschini, per "la Venere di Urbino, più volte inviata all'estero dal '98 al 2008 e a settembre prestata anche alle Gallerie delle Marche". 

Per quanto riguarda poi l'attività del direttore degli Uffizi, il ministro ha fatto sapere "Schmidt fa sapere di non avere avuto rapporti professionali privati con Mondo Mostre. Gli Uffizi nel 2016 e 2017 hanno prestato opere a mostre realizzate con organizzazioni diverse".