Cronaca

"Abbiamo litigato ma non volevo uccidere Ashley"

Nell'interrogatorio di garanzia, Cheick Diaw ha ribadito la versione dell'omidicio accidentale. Il gip si riserva la decisione, lui resta in cella

"Arrabbiato, dispiaciuto e sconvolto per l'accaduto". Queste le parole che Cheik Diaw, fermato per l'uccisione di Ashley Olsen, ha usato per descrivere il suo stato d'animo, oggi nell'interrogatorio  davanti al gip di Firenze, Matteo Zanobini, che si è riservato la decisione sulla convalida del fermo.

Il 27enne senegalese, interrogato nel carcere fiorentino di Sollicciano alla presenza del suo legale Antonio Voce, ha confermato la versione dei fatti data agli investigatori. "Non volevo ucciderla" ha ribadito, aggiungendo poi di essersi sentito "sfruttato" da lei e trattato "come un cane"

Pur ammettendo la lite con la ragazza ma non la volontà di uccidere, ha insistito nel rispondere di non aver strangolato la ragazza, ma di averla presa per il collo con l'intenzione di sollevarla.