Cronaca

Omicidio Ashley, le prove incastrano Cheik

Le prove fanno escludere che vi fosse un'altra persona in casa dell'americana. Il gip di Firenze ha respinto la richiesta di scarcerazione

La richiesta di scarcerazione per Cheik Tidiane Diaw era stata avanzata dai difensori del senegalese, in merito ad alcune, presunte, incongruenze emerse nelle indagini.

Cheik Tidiane Diaw ammise di aver compiuto il delitto strangolando la ragazza in un momento di impeto, pertanto resta in carcere. A deciderlo il giudice per le indagini preliminari di Firenze Matteo Zanobin.

Tra le questioni da definire, la presenza di capelli nelle mani di Ashley: i nuovi risultati delle indagini hanno stabilito che si tratta di capelli della stessa Olsen e non di un'altra persona. 

La questione fa escludere, quindi, la presenza di altri - oltre la vittima e il senegalese - sulla scena del delitto, circostanza che era stata ipotizzata dai difensori. 

Anche la ricostruzione degli orari dei movimenti di Cheik Diaw, ripreso dalle telecamere, sono compatibili con la sola responsabilità del senegalese nell'omicidio.