Attualità

Nuove distanze a bordo ma gli autisti insorgono

I conducenti del trasporto pubblico sono sul piede di guerra per scongiurare l'annullamento delle distanze previste per contenere il Covid 19

Niente metro di distanza in presenza di barriere fisiche? Gli autisti del trasporto locale sono pronti alla guerra per tutelarsi dal Covid 19.

Da tempo sostengono che sia ancora "troppo presto" per tornare alla normalità, così sono insorti rivolgendosi direttamente alla Regione Toscana ed invitando ad un ripensamento sull'abbandono delle distanze di sicurezza. In particolare la rappresentanza sindacale di Ataf punta il dito sulle porte anteriori e su un passaggio dell'ordinanza regionale del 16 luglio relativa alla "decadenza del distanziamento di un metro se in presenza di barriere fisiche di divisione".

I sindacati chiedono di mantenere la chiusura delle porte anteriori e del dissuasore che impedisce di avvicinarsi alla cabina guida. "La sola barriera divisoria dell'abitacolo non garantisce il rispetto del distanziamento" sottolineano i conducenti che aggiungono "I passeggeri si sporgono per chiedere informazioni e biglietti" ed ancora "a bordo c'è poco rispetto delle regole, le mascherine vengono abbassate con superficialità anche per effettuare telefonate".

Infine, dichiarandosi "preoccupati" anche per la capienza al 100 per cento stabilita sui treni veloci, gli autisti chiedono di mantenere la chiusura delle porte anteriori ed il distanziamento per "evitare focolai da contagi di ritorno legati anche alla ripresa del turismo". A tal proposito il vice coordinatore della Rsu Ataf, Massimo Milli, ha sottolineato "Tenuto conto della ripresa dei contagi nelle ultime settimane e particolarmente rispetto al mese di giugno, ritengo indispensabili e irremovibili le precauzioni adottate sino ad oggi quali l'uso della catenella, la porta anteriore chiusa e l'inibizione alla vendita di biglietti a bordo".