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Nuova centrale del latte, ok allo statuto

Via libera dalla giunta di Palazzo Vecchio. L’assessore Perra: "Garantiti occupazione e il consolidamento del sito produttivo e del marchio"

Prende corpo la nuova centrale del latte d'Italia Spa. E' arrivato l'ok da parte della giunta di Palazzo Vecchio allo schema di statuto e al patto parasociale che pone le basi della società che nascerà dalla fusione per incorporazione della centrale del latte di Firenze, Pistoia e Livorno in quella di Torino.

La delibera di giunta a breve passerà in consiglio comunale per l'approvazione finale.

Dopo la fusione il Comune deterrà una quota di circa il 12,25 per cento del capitale sociale della società.

In particolare la delibera di giunta evidenzia, in merito alla Mukki, "il consolidamento e la tutela del sito produttivo quale importante realtà istituzionale locale; il rafforzamento patrimoniale; la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali; la salvaguardia dell'intera filiera produttiva e agroalimentare delle regioni interessate attraverso il mantenimento delle forniture da parte degli agricoltori locali; il mantenimento e l'investimento nello sviluppo dei marchi locali; una integrazione geografica dello stabilimento di Firenze con i quattro stabilimenti Torino; -l'ampliamento della zona di distribuzione dei prodotti di entrambe le società e la continuità del management esistente".

Nel patto parasociale, inoltre, è contenuto l'impegno a non trasferire le azioni sindacate - fatte salve eventuali Opa o Ops su almeno i due terzi del capitale sociale della società post fusione - mediante lock up per un periodo di due anni dalla data di efficacia della fusione e che al termine del periodo si prevede il diritto di prelazione a favore dei soci in caso di cessione delle azioni.

"Questa delibera - ha sottolineato l'assessore a bilancio e partecipate Lorenzo Perra - conferma la direzione intrapresa dall'amministrazione, ovvero quella di dare vita al terzo polo caseario d'Italia dopo Parmalat e Granarolo valorizzando le eccellenze delle due aziende della Toscana e di Torino e dei rispettivi territori e nel massimo rispetto dei prodotti, del territorio e dei livelli occupazionali".