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"Non ci resta che chiudere o vendere alimentari"

Il comparto della somministrazione lancia un allarme per la crisi economica e chiede aiuti per poter sostenere la fase 2 dell'emergenza Covid

Le imprese del comparto della somministrazione chiedono di poter riaprire il prima possibile ma le regole sono ancora incerte. “Le nostre attività sono al collasso - ha detto Franco Brogi, Presidente Fiepet Confesercenti Firenze – Sono necessarie misure urgenti per dare una speranza di sopravvivenza alle nostre attività che, da sempre, costituiscono un elemento di fondamentale importanza per l’economia del territorio.”

"Le imprese, in questa situazione di assoluta incertezza, non possono continuare a restare immobili ma potrebbero essere costrette a fare scelte drastiche, come chiudere, oppure diventare tutti negozi al dettaglio di generi alimentari" è quanto Fiepet affida ad una nota che raccoglie alcune proposte per la ripartenza tra le quali la deroga agli spazi aperti dedicati ai dehor.

La categoria chiede di "intervenire sulla durata e prolungamento degli ammortizzatori sociali, sui canoni delle locazioni, prevedendo una moratoria finalizzata ad una rinegoziazione e riduzione degli affitti, prevedendo forme agevolative e vantaggiose per i proprietari. Bisogna non solo esonerare ma esentare le imprese dal pagamento dei vari tributi e prevedere un intervento normativo che congeli e poi riduca le bollette. Bar e ristoranti continuano a pagare anche se sono costretti all’inattività. Una beffa ed un onere gravissimo per migliaia di imprese, già ridotte in ginocchio dal lockdown. A queste andrebbero invece dati indennizzi a fondo perduto a compensazione dei costi aziendali comunque sostenuti. Ma contemporaneamente è necessario definire i protocolli sanitari per poter lavorare con norme chiare ed omogenee su tutto il territorio nazionale, e che siano effettivamente praticabili dalle imprese".