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"Nel centro di accoglienza c'è una discarica"

La denuncia di un consigliere comunale ha suscitato polemiche in merito allo stato di conservazione dell'area che ospita i richiedenti asilo

Lo Sprar più grande della Toscana, è pieno di biciclette abbandonate, mobiletti da ufficio rotti, ventilatori e altri oggetti non identificabili" questa la denuncia del capogruppo di Fratelli d’Italia, Alessandro Draghi che ha suscitato reazioni in Consiglio comunale anche tra i banchi dell'opposizione di sinistra.

Draghi ha mostrato una foto scattata dalle finestre "Ma è normale, secondo voi, che i residenti si affaccino alla propria finestra e vedano una discarica a cielo aperto?”. La sede del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, il servizio del Ministero dell'interno che in Italia gestisce i progetti di accoglienza, di assistenza e di integrazione dei richiedenti asilo a livello locale, si trova nella zona di Careggi.

I consiglieri Antonella Bundu e Dmitrij Palagi della Sinistra Progetto Comune hanno commentato “Il centrosinistra la smetta di non voler riconoscere che il sistema va ripensato. La Giunta spesso neanche risponde alle domande che facciamo sulla sicurezza delle strutture e le condizioni in cui si trovano tanto il personale quanto l’utenza. Siamo stanchi di vedere la destra prendersi spazio sulla denuncia di quello che chiamano degrado". "Da inizio consiliatura abbiamo presentato interrogazioni e atti, che puntavano a migliorare la situazione e risolvere i problemi. In molto casi neanche ci è stato risposto. Così facendo, le lavoratrici e i lavoratori si sentono presi in giro e abbandonati, specialmente sotto Covid-19. Al contempo la situazione più pesante finisce per essere pagata dall'utenza, la stessa che le destre vorrebbero relegata non solo fuori dal campo del visibile, ma direttamente fuori dai confini. Anche se ogni aspetto merita un intervento puntuale e immediato, non ci indigniamo tanto per qualche bicicletta abbandonata ma per la situazione complessiva da risolvere: partiamo dall’individuazione di nuovi spazi e da un sistema di tamponi che riesca a monitorare costantemente la condizione, che altrimenti rischia di diventare ingestibile”.