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"Musei a numero chiuso? Molto presto"

Lo ha detto l'ex ministro del Mibact Antonio Paolucci a Palazzo Vecchio: "Contapersone agli ingressi inevitabili per l'aumento dei flussi turistici"

Antonio Paolucci

Se il numero chiuso è per molti una dicitura associata a luoghi come certe facoltà universitarie, presto lo stesso concetto potrebbe essere applicato anche ai luoghi di cultura, in primis musei e monumenti. A spiegare che si tratta di una scelta quasi obbligata per il crescente numero di turisti che ogni giorno si riversano nelle città d'arte e nei siti di interesse culturale è lo storico dell'arte Antonio Paolucci, ex ministro del Mibact, ex direttore dei Musei Vaticani e già sovrintendente a Firenze.

Secondo Paolucci, "non si potrà fare altrimenti. Ci sono diversi luoghi e spazi, in Italia, che sono di fatto attrattori enormi, attirano fiumane di persone in arrivo da tutto il mondo. Al crescere di queste fiumane, ad un certo punto bisognerà necessariamente porre dei limiti: e allora, verranno attivati dei contapersone e quando le persone saranno troppe, dei numeri chiusi", ha detto a margine della consegna del fiorino d'oro al collezionista Detlef Heikamp.

Si tratta ormai, ha detto Paolucci, di una prospettiva a breve termine, destinata ad avverarsi "presto" perché "se è vero che l'industria del turismo di massa è quella che tira di più al mondo e cresce con percentuali altissime anno dopo anno, continuerà con questo trend, il numero chiuso rapidamente diventerà inevitabile".