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Moschea punto a capo, niente Ramadan alla Gonzaga

Tempi troppo stretti e costi altissimi per mettere in sicurezza l'ex caserma. L'ironia dell'imam: "Con 70mila euro meglio un hotel a cinque stelle"

Discussione chiusa. L'ipotesi della moschea nella ex caserma Gonzaga che ha fatto gonfiare il mare delle polemiche e scatenato una mezza guerra diplomatica tra Firenze e Scandicci, visto che la struttura si trova al confine tra i due Comuni, è tramontata definitivamente. 

Questo il risultato a cui si è giunti dopo l'incontro tra l'imam di Firenze Izzedin Elzir e l'assessore all'urbanistica del Comune di Firenze Giovanni Bettarini. A far naufragare il progetto sono stati i "tempi tecnici". La preghiera islamica, dunque, si terrà, come gli anni passati, al centro islamico di piazza dei Ciompi, nel centro del capoluogo. 

Dal confronto è emerso "che, realmente, non ci sono i tempi tecnici per avere la caserma agibile in sicurezza in tempo per l'inizio del ramadan; è dismessa da 15 anni, e per metterla in sicurezza ci vorrebbero più o meno quattro mesi". 

Certo, qualche frecciata da parte dell'imam è arrivata. Rispetto alla somma che sarebbe stata necessaria per riadattare gli spazi della Gonzaga, che il Comune ha più volte ribadito dover essere a carico della comunità islamica, Elzir ha ironizzato: "Se la cifra indicata come necessaria era quella circolata nei giorni scorsi, 70mila o 80mila euro allora il ramadan si andava a farlo in un albergo a cinque stelle...".

Insomma molto rumore per nulla. Il ramadan si fa dove sempre. "Da parte nostra, come cittadini islamici, abbiamo fatto il nostro dovere. Ora andiamo avanti, continuiamo a dialogare, sperando che nel frattempo sia possibile trovare una soluzione definitiva", per la realizzazione della moschea. Izzedin ha poi risposto con ironia ai cronisti che gli chiedevano se la questione non fosse più politica. "Attualmente non lo è più - ha detto - perchè la campagna elettorale è finita".