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Maggio, lo sciopero minaccia ancora il Faust

Dopo il nulla di fatto al tavolo con l'ente lirico e l'avvio dei 28 licenziamenti, i sindacati hanno annunciato una nuova mobilitazione il 3 febbraio

Una nuova giornata di sciopero e di nuovo a farne le spese potrebbe essere, quasi certamente lo sarà, il 'Faust'. Già la prima della rappresentazione era andata in scena in forma di concerto per l'adesione al primo sciopero proclamato del personale di palcoscenico. 

Ora i sindacati Cgil e Cisl hanno annunciato che il 3 febbraio, giorno previsto per l'ultima replica dello spettacolo, le braccia saranno di nuovo incrociate. La decisione è stata presa all'indomani degli accordi finiti a carte quarantotto tra la Fondazione lirica e le organizzazioni sindacali. Il risultato è stato l'avvio della procedura di licenziamento per 28 persone, seppur con la riassunzione in Ales, partecipata del Mibact. Insieme all'annuncio dello sciopero, i sindacati hanno anche snocciolato i dati che riguardano il debito dell'ente lirico passato, hanno detto, da 54 milioni di euro nel 2013 agli attuali 70 milioni. "Le consulenze esterne negli ultimi due anni hanno toccato la somma di un milione e mezzo di euro, mentre i lavoratori sono calati da 358 a 305 e hanno accettato tagli all'integrativo aziendale", si legge nella nota diffusa dalle organizzazioni sindacali. 

A spiegare le ragioni della nuova mobilitazione sono stati i segretari generali di Cgil e Cisl di Firenze, Paola Galgani e Roberto Pistonina. Con la conclusione della procedura dei licenziamenti, ha detto Pistorina, "siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Con questa sovrintendenza non è stato possibile instaurare un dialogo, e nel mentre il debito del teatro continua ad aumentare. Lo sciopero del 3 febbraio non sarà l''unica forma di mobilitazione, andremo avanti".

A questo punto i sindacati chiedono anche un "tavolo per il rilancio del Maggio con il presidente della Regione Enrico Rossi e il sindaco di Firenze Dario Nardella".