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Maggio, tutte le incognite del dopo Bianchi

Debito, patrimonializzazione, aumento dei ricavi i nodi da sciogliere dopo l'addio del sovrintendente. Nardella: "Nessuna pressione sulle dimissioni"

Al Maggio Musicale si apre l'era del 'dopo Bianchi' che fa seguito alle "dimissioni irrevocabili" 'presentate la settimana scorsa dal sovrintendente. Sull'addio di Bianchi è intervenuto, in Consiglio Comunale, il sindaco di Firenze Dario Nardella secondo il quale ora "serve una una guida esperta, che sia in grado di interpretare il nuovo ciclo" che attende il teatro. 

I fronti su cui sarà necessario che si muova chi guiderà l'ente lirico sono quattro: "C'è il tema dello stock del debito, la ripatrimonializzazione del teatro, l'obiettivo dell'aumento dei ricavi senza ricorrere a riduzioni di personale, la complessiva riorganizzazione artistica della fondazione". Nodi non da poco visto che il debito consolidato si attesta a circa 62 milioni di euro. Per Nardella, però, questa situazione "non è diversa da quella altre fondazioni, escluse Venezia e Milano. Si tratta di un tema nazionale, importante, da discutere". 

Nel merito delle dimissioni di Bianchi, Nardella ha anche aggiunto, rispondendo a una domanda del consigliere di Sinistra italiana Tommaso Grassi, che "non ci sono state pressioni, fratture, per arrivare a questo tipo di conclusioni. Anzi - ha poi aggiunto - c'è stata anche la mia richiesta a Bianchi di rimanere per altri 60 giorni alla guida del teatro, in modo da firmare il bilancio consuntivo".