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"L'uscita di sicurezza al Vasariano? C'è già"

Lo ha scritto il coordinatore regionale di Confsal-Unsa Toscana Learco Nencetti. In una porta nella chiesa di Santa Felicita la soluzione al problema

La terza uscita di sicurezza del Corridoio Vasariano esiste già ed è in una porta nella chiesa di Santa Felicita, da cui il Corridoio stesso passa. Lo spiega in una nota Learco Nencetti, citando il proprio articolo 'La Chiesa di S.Felicita: una porta accanto' in cui, appunto si documenta la questione. Questione, peraltro, fatta presente tramite lettera al ministero dei Beni Culturali.

Si tratta, spiega Nencetti, di una 'porta a fianco' che si apriva nella parete nord della Chiesa di S. Felicita a Firenze. La porta "nel corso dei secoli - almeno dal 1529 al 1944 - veniva usata per far passare processioni penitenziali e Granduchi... (contro peste, carestie, alluvioni; cortei per invocare Dio per la salute dei sovrani malati; luttuose file di Battuti che si flagellavano per la Settimana Santa e, soprattutto, processioni che portavano in questa chiesa la taumaturga immagine della Madonna dell'Impruneta) - spierga Nencetti - inoltre, nella lettera al Ministero teniamo a precisare che poiché questa porta era direttamente collegata, almeno durante il Governo Lorenese, al percorso intra muros edificato da Giuseppe Ruggieri a partire dal 1767, percorso 'autonomo (esterno)' che conduceva al Coretto e al Corridoio Vasariano”. Un passaggio che, stando alle carte, poi e' passato al demanio”.

Riguardo a quest'ultimo aspetto, tra l'altro, Nencetti ricorda: "Apprendiamo che questi percorsi (Corridoio, Coretto, passaggio intra muros) erano di pertinenza dei sovrani e dovettero essere ereditati dal Demanio nel momento che leggiamo quanto segue: "Questa comunicazione diretta fra Corridoio e Chiesa venne murata nel 1912 per effetto della Convenzione dell'11 dicembre 1911, quando il Coretto - che come l'intra muros era un diverticolo granducale all'interno dell'edificio sacro - fu concesso in uso temporaneo al Parroco Don Giovanni Vegni. E allora?”

“Insomma la porta di sicurezza è lì - conclude il sindacalista - bisogna soltanto riportarla alla luce. Ci chiediamo come sia possibile che valenti Soprintendenti e Storici dell'Arte che hanno diretto e gestito il complesso monumentale non abbiano mai saputo niente. E come si giustifica lo stanziamento di oltre 10 milioni di euro per trovare nuovi locali e non usare già quelli del demanio?".