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Lungarno Torrigiani un anno dopo la voragine

Un anno fa il disastro le cui immagini fecero il giro del mondo. Poi la riapertura il 4 novembre e la richiesta di archiviazione dell'inchiesta

Un'immagine rimasta scolpita nella mente dei fiorentini che, quella mattina, quasi non credettero ai loro occhi: il lungarno Torrigiani sprofondato in una voragine di duecento metri che inghiottì le auto parcheggiate e solo per un caso non fece vittime. Una 'cartolina' terribile, a pochi metri dal Ponte Vecchio e davanti agli Uffizi. 

La ferita è stata risanata, almeno esteriormente, dopo cinque mesi di lavoro e trentacinquemila ore di lavoro senza sosta con gli operai sui cantieri anche nei giorni festivi. La ferita interiore, però, resta. E non solo per l'immagine indelebile dello scempio del lungarno, ma anche per l'inchiesta che, per ora, è rimasta alla richiesta di archiviazione. 

Nessun responsabile, insomma, perché per la procura non è possibile ricondurre il disastro a una o a più responsabilità specifiche. Quello che è successo sarebbe stato, insomma, il risultato di una serie di scelte e provvedimenti adottati oltretutto in un arco temporale di più anni. 

La richiesta di archiviazione è arrivata poco dopo la riapertura del lungarno rinnovato dopo i lavori. A inaugurarlo, il 4 novembre scorso, fu la passeggiata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del 50mo anniversario dell'alluvione.