Attualità

"L'umanità abbia speranza"

Omelia alla messa di mezzanotte per il Natale del cardinale di Firenze Giuseppe Betori. L'insegnamento di Betlemme per ritrovare la speranza

No alla violenza, alle guerre e alle ingiustizie. Un'omelia che parla di pace tra i popoli quella del cardinal Betori per la notte di Natale.

"Vessazioni e violenze - ha detto Betori - accompagnano ancora la storia degli uomini, hanno il volto dei conflitti che insanguinano tante regioni del mondo, delle devastazioni che riducono interi popoli alla fame, delle calamità naturali da cui provengono precarietà e insicurezza".

"Che cosa e chi può far uscire tutte queste vittime dal loro oscuro destino? C'è speranza per l'umanità che giace nelle tenebre di tornare a essere rischiarata dalla luce?", ha detto nella sua omelia alla messa di mezzanotte per il Natale il cardinale di Firenze Giuseppe Betori indicando nell'insegnamento di Betlemme il riferimento per ritrovare la speranza. 

"Pensiamo - ha anche detto Betori - ai popoli del Medio Oriente che vivono sotto l'infuriare delle battaglie, alle genti, soprattutto dell'Africa, ancora schiacciate da condizioni inumane di sottosviluppo, ai fratelli a noi vicini delle zone del Centro Italia colpite dai recenti terremoti". 

Quindi, ha indicato Betori, "un duplice messaggio viene dunque dalla mangiatoia di Betlemme. L'invito anzitutto a uscire fuori da ogni disperazione, a ritrovare coraggio e fiducia, e questo perché Dio stesso interviene per noi e ci apre alla speranza che ci conduce alla gioia", "ma per accogliere questo dono di misericordia occorre condividere il modo con cui Dio si incarna tra noi, la strada cioè dell'umiltà, della condivisione, del dono di sé. Occorre misurarci allora sulla nostra disponibilità al sostegno solidale di chi soffre in condizioni di privazione, penso in particolare ai terremotati; all'accoglienza generosa verso chi fugge da guerre e calamità, penso in particolare ai richiedenti asilo e profughi; a chi ha bisogno di fiducia per ricominciare, penso in particolare a chi sconta una pena in carcere", ha concluso il cardinal Betori.