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Lotta per i pini, ma la battaglia è di retroguardia

Giardini verticali sugli edifici, eppure i fiorentini si incatenano agli alberi e rischiano la denuncia per interruzione di pubblico servizio

Questa mattina a Firenze è andata in scena l'ennesima protesta per la difesa degli alberi, i cittadini si sono incatenati ai pini di piazza della Vittoria riuscendo a rimandare il taglio ma rimediando il rischio di una denuncia per interruzione di pubblico servizio da parte della polizia che ha monitorato e filmato il presidio.

Il Comune di Firenze intende portare a compimento il programma di riqualificazione ed ha annunciato che i tagli saranno riprogrammati assieme alla forza pubblica. Nel progetto lo studio delle alberature esistenti ha portato i tecnici a valutare abbattimenti e nuove piantumazioni, sempre di pini, per andare incontro alle richieste dei residenti, ma di una specie più sostenibile per una piazza urbana circondata dall'asfalto di quattro strade. C'è chi ha riconosciuto la necessità di effettuare un ricambio del parco arboreo ed oggi si è schierato con l'amministrazione e chi ha difeso la protesta ricevendo tra le critiche più feroci l'accusa di corresponsabilità nel caso in cui si verificassero cadute improvvise. Cosa già accaduta a Firenze e con esiti tragici.

"Firenze potrebbe diventare un laboratorio mondiale nella lotta all'inquinamento dove le piante sono utilizzate per risolvere i problemi dell'ambiente" queste sono le parole del botanico Stefano Mancuso contenute in un video pubblicato su Facebook e ripreso dal sindaco di Firenze, Dario Nardella a maggio scorso. Lo stesso Nardella metteva in evidenza "Stefano Mancuso sceglie Firenze come laboratorio mondiale di città verde ed ecosostenibile, io dico... Si può fare". 
Mancuso, professore dell'Università di Firenze ed autore di progetti riconosciuti e premiati a livello internazionale, ha messo la propria faccia nel laboratorio fiorentino ed oggi è consulente speciale del primo cittadino. Mancuso ha sottolineato in più occasioni che "l'ambiente è il vero problema dei prossimi anni e qualsiasi amministrazione, internazionale o locale, deve aver chiaro che intervenire è fondamentale per il nostro futuro. Dobbiamo coprire le nostre città di piante, è una rivoluzione che ci è richiesta. Non basta mettere le piante nei luoghi canonici ma dobbiamo coprire di piante i nostri palazzi". Mancuso ha parlato di "una soluzione radicale che richiede coraggio e nuove idee".

Eppure una città che ha riconosciuto al 57% il valore del verde pubblico, sposando il progetto dei boschi verticali e la necessità di operare un ricambio del parco arboreo, si è trovata costretta a fermarsi davanti all'ennesima catena stretta attorno ad un albero definito "storico" che ha però la colpa di essere cresciuto (troppo) in un contesto che non è più adatto ad accoglierlo in sicurezza. 

In piazza i cittadini erano uniti, ma sui social si sono divisi e tra i commenti una domanda brucia più di altre "Ma se gli alberi cadono, di chi è la responsabilità?". Chi amministra è pagato per gestire la cosa pubblica e per tutelare gli interessi dei concittadini, presenti e futuri e tra questi c'è anche l'incolumità.