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"L'invito di Uber mi fa sorridere, ma è tragico"

Il presidente di Confartigianato Taxi De Vita: "Ammettono implicitamente di violare la legge e chiedono il dialogo, non c'è nessun punto di incontro"

Marzio De Vita

Troviamo assolutamente inammissibile che Uber ci chieda di dialogare - ha tuonato De Vita - mentre ammette implicitamente di star violando la legge italiana. In Italia esiste una legge che regola il trasporto pubblico non di linea e noi la rispettiamo: in questi termini non esiste nessun punto di incontro tra le nostre posizioni”.

Rispedite al mittente anche le affermazioni di Carlo Tursi, general manager di Uber, relative ad una presunta arretratezza tecnologica del sistema taxi fiorentino: “I tassisti fiorentini, tramite i loro organismi economici - ha aggiunto De Vita - hanno sviluppato piattaforme tecnologiche di assoluta eccellenza. Abbiamo centrali radio, app e sistemi informatici che, oltre a non avere niente da invidiare a quello che offre la multinazionale americana, ci fanno lavorare nel pieno rispetto delle normative. Uber, in tal senso, non ci offre niente di nuovo”.

Per De Vita “la legge non è e non deve essere fatta per Uber ma per tutelare gli operatori regolari e l’utenza. Il tavolo di lavoro ministeriale che è stato aperto per rivedere alcuni aspetti del trasporto pubblico non di linea deve lavorare tenendo conto degli interessi generali di un trasporto pubblico efficiente ed efficace. Quando i rappresentanti di Confartigianato e quelli delle altre sigle siederanno al tavolo non lo faranno certo per destrutturare un intero comparto in favore di interessi privati. Ma soprattutto, da quando a qualcuno è concesso operare al di fuori delle normative di settore, perché le ritiene ingiuste o inadeguate? Lo può forse fare un edile, un idraulico o un falegname? Non mi risulta” ha concluso il presidente dei tassisti fiorentini.