Attualità

Le mamme fanno i conti con l'inceneritore

Nuovo attacco delle 'mamme no inceneritore' a suon di numeri contro il dispendio sia economico che ambientale del futuro impianto di Case Passerini

L'attacco stavolta non è stato sottoforma di flash mob o di incursione per bloccare la trivella dei carotaggi. E' piuttosto una lista di numeri messi uno di fianco all'altro per fare un confronto tra due sistemi di smaltimento dei rifiuti. 

Da una parte c'è l'inceneritore e dall'altra c'è l'impianto di trattamento meccanico biologico. "Situazione con inceneritore di Firenze-Sesto Fiorentino: costo pari a circa 170 milioni di euro, secondo il piano economico finanziario di Qthermo, per smaltire 200mila tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati annui - scrivono le 'mamme no inceneritore - la situazione invece prospettabile con impianto di trattamento meccanico biologico finalizzato a recupero materiali è questa: circa 40 milioni di euro per trattare un'analoga quantità di rifiuti indifferenziati in ingresso (200.000 tonnellate)".

Secondo i conti delle mamme "con una gestione di raccolta porta a porta con tariffazione puntuale, l'esperienza mostra che sia arriva non solo a percentuali intorno all'85 per cento di differenziata, ma anche a una riduzione significativa del rifiuti". La proposta, quindi, sarebbe quella di andare a ristrutturare l'impianto trattamento meccanico biologico di Case Passerini, autorizzato per 130mila tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati annui.  "In tal caso il costo di revamping è stimato sui 5 milioni di Euro. Il rifiuto solido, da inviare a discarica, prodotto in uscita dai 2 sistemi a confronto è comparabile; è però diversa la natura e la classificazione di tale rifiuto solido, tossico e pericoloso nel primo caso, non tossico e non pericoloso nel secondo caso".

E sulla capacità del problema 'inceneritore' di riscaldare gli animi, le mamme non hanno dubbi: "Il 14 maggio un corteo di quasi 20mila persone ha invaso Firenze affinché anche a Firenze si cambi direzione, verso la modernità. Ignorare questa volontà di partecipazione, ignorare la richiesta forte di voler decidere del proprio territorio e della tutela della propria salute è una grande responsabilità politica. Le amministrazioni devono scegliere se vogliono lavorare contro la cittadinanza, aprendo una stagione di conflittualità sociale, o se vogliono lavorare insieme alla cittadinanza, fermando il progetto e aprendo un vero confronto partecipato sulle alternative alla costruzione dell'impianto".