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Le botteghe vogliono aprire per le spese di Natale

Le Cento Botteghe di via Gioberti hanno chiesto al governo ed alle istituzioni locali una procedura sperimentale per aprire in sicurezza a Dicembre

Hanno chiesto a Palazzo Vecchio un incontro per sperimentare una riapertura in sicurezza dei negozi in vista dello shopping natalizio così da proporre un modello nazionale al governo e aprire già a Dicembre.

Con una lettera indirizzata al presidente Giuseppe Conte, al ministro Roberto Speranza, al presidente della Regione Toscana ed al sindaco di Firenze i 100 commercianti di via Gioberti hanno espresso perplessità per la scelta delle attività da chiudere, per i tempi e per le modalità in cui la Toscana è finita nella zona rossa dell'emergenza Covid.

Non si sono però persi d'animo i commercianti delle Cento Botteghe di Via Gioberti che a QUInewsFirenze hanno spiegato di aver lavorato ad un progetto per la riapertura attraverso un confronto sulla chat che raccoglie i titolari delle attività che si affacciano sulla storica strada. Un progetto "da redigere insieme alla protezione civile ed esperti di sicurezza". Tra le idee quella di chiudere la strada consentendo l'accesso ai soli clienti prenotati presso i negozi.

"Su 100 attività la maggioranza sono dell'abbigliamento e della gioielleria, non indispensabili e dunque chiuse a seguito del provvedimento governativo, solo un 30% delle attività è aperto perché alimentari e di prima necessità" è quanto spiegato dall'Associazione che raccoglie le attività.

"Abbiamo attivato le luminarie per primi già da metà Novembre contribuendo alle spese di allestimento perché crediamo nello spirito di vicinato e vogliamo tenere viva la vocazione di una storica strada che forse per prima a Firenze ha lanciato le luminarie natalizie in occasione delle feste" sottolineano dall'Associazione "ma abbiamo paura adesso che il governo possa prolungare il lockdown commerciale oltre il 3 Dicembre e sarebbe un disastro per chi vive di passaggio e di vendita al pubblico".  

"Abbiamo avuto fiducia nelle nostre istituzioni e abbiamo immaginato che il Natale ci avrebbe in parte ripagato dei sacrifici di quest’anno. Abbiamo quindi acquistato e riempito i nostri negozi di prodotti e merci malgrado ci costasse molta fatica o addirittura non potessimo permettercelo, ma eravamo fiduciosi. Oggi però ci sentiamo imbrogliati e sentiamo la nostra fiducia tradita" è quanto hanno scritto gli esercenti nella loro lettera.