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L'alimentare artigiano fiorentino regge alla crisi

Secondo l'analisi della Cna il settore ha mantenuto stabile il numero degli addetti ma guarda con diffidenza le misure di tutela del Made in Italy

Alla conferenza (da sinistra): Andrea Calistri, Franco Vichi, Gaetano Aiello, Claudio Pistocchi, Riccardo Sabatini

Barcolla ma non molla il settore alimentare artigiano fiorentino che, nei confronti della crisi, nell'ultimo anno ha mantenuto un andamento stabile e per il 2016 preannuncia una possibile crescita.

Questi i dati elaborati per il settore dall'Osservatorio della Cna Firenze che evidenziano come l'alimentare artigiano locale sia riuscito in media a mantenere il numero degli addetti, prediligendo la vendita diretta, ma mostrando in contemporanea una certa diffidenza verso le misure di tutela del Made in Italy messe in campo dal Comune.

Le analisi sul settore sono state presentate ieri alla presenza di Andrea Calistri presidente di Cna Firenze, Franco Vichi direttore generale Cna Firenze, Claudio Pistocchi presidente Cna Firenze Unione Alimentare, Riccardo Sabatini coordinatore Cna Firenze Unione Alimentare e il professore Gaetano Aiello, curatore dell’indagine.

Secondo il report di Cna, per la grande maggioranza delle imprese artigiane dell’alimentare della provincia di Firenze, il 2015 si è chiuso con un fatturato stabile, e le previsioni per il 2016 sembrano avere segno positivo. Difatti, l’andamento del fatturato del 2015, paragonato a quello dell’anno precedente, per quasi la metà del campione (il 49 per cento), ha mantenuto un andamento costante.

Le tipologie di clientela più largamente diffuse tra gli artigiani del settore alimentare sono i privati consumatori (per il 57 per cento) e le imprese di distribuzione (per il 42 per cento), dati che vanno a confermare e sottolineare un artigianato fortemente concentrato sulla produzione e vendita di prodotti finiti piuttosto che di semilavorati e componenti.

Gli artigiani fiorentini del settore alimentare dichiarano che il canale di interazione con la clientela maggiormente utilizzato è quello della vendita diretta, attraverso punti vendita. Un’altra tipologia di contatto, utilizzata per la clientela industriale e della distribuzione, è quella del personale interno.

Altro dato che emerge dall'analisi di Cna è che gli artigiani fiorentini mostrano scetticismo e rassegnazione verso la capacità di tutela del Made in Italy anche se spicca la percezione positiva dello sviluppo della cultura dei consumi alimentari domestici sostenibili e di qualità.

"Presentiamo i dati relativi all’Osservatorio di Cna Firenze sul settore alimentare in un contesto a dir poco complesso – ha commentato Franco Vichi -. Ne sono testimonianza i recenti provvedimenti adottati del Comune di Firenze sulla tutela del centro storico, patrimonio dell’Unesco; si tratta di norme condivisibili, in via generale, ma le misure adottate con il Regolamento e con il disciplinare sui prodotti alimentari non ci convincono del tutto perché rischiano di penalizzare le attività di produzione e vendita di alimenti, anche di alta qualità".